“Case distrutte, bambini abbandonati, arresti di massa”: italiano racconta cosa sta succedendo in Cina
La chiamano “A4 Revolution” o la “Rivoluzione dei fogli bianchi”, la protesta che è dilagata nelle principali città e province cinesi in seguito all’incendio che a Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang, ha causato la morte di dieci persone. I manifestanti, che hanno simbolicamente sfilato con dei fogli vuoti, attribuiscono la fatalità alle dure misure della politica zero-Covid che, per via delle restrizioni e dei blocchi diffusi, avrebbe impedito alle persone di cercare riparo e ottenere soccorso. Ne abbiamo parlato con un cittadino italiano che lavora con la Cina da un ventennio e vive da 15 anni a Shanghai operando nel commercio internazionale. L’intervistato ha sempre parlato apertamente con la stampa ma negli ultimi tempi ha scelto l’anonimato, “sintomo di tempi che sono mutati rapidamente e radicalmente”.
Negli scorsi giorni i giovani cinesi hanno protestato nei principali centri e in numerose zone della Cina. A Pechino hanno fatto riferimento alla “Rivoluzione culturale", a Shanghai hanno preso d’assedio Urumqi Road e contestato le autorità. Come stai vivendo la situazione?
La situazione è visibilmente sfuggita di mano. Le accuse mosse dai manifestanti sono credibili anche perché io stesso ho visto come le autorità blindino interi palazzi, aree o città impedendo spostamenti vitali, come per l’acquisto di beni primari. Ci sono stati casi di figli non autosufficienti lasciati in casa da soli perché i genitori sono stati portati via dalle autorità, per non parlare delle famiglie divise, degli animali domestici abbandonati. Devi poi vedere come distruggono le case dei positivi per disinfettare, lanciano tutto per aria come una perquisizione, sparano agenti chimici ovunque e alla fine devi buttare via cibo ma anche vestiti, libri, oggetti, mobili e chissà cos’altro.
Qual è la percezione a Shanghai?
Penso che negli scorsi giorni abbiano arrestato centinaia di persone qui, ovviamente non se ne sente parlare molto sui media di stato, ma possiamo supporre che con i crolli delle temperature e con i blocchi della polizia ancora più serrati sarà difficile portare avanti la protesta, anche se la morte di Jiang Zemin sembra avvenire in un momento propizio. Jiang come Xi ha consolidato il suo potere qui prima di diventare Presidente e Shanghai è stata la zona che forse ha più sofferto a causa delle misure anti-covid. Per i manifestanti il leader della città che è diventato il braccio destro di Xi – Li Qiang – si è venduto per divenire il numero due della Repubblica. Si tratta poi di proteste diverse da quelle del passato in cui sicuramente anche l'esempio di Hong Kong sta facendo la sua parte, quindi l'esito non è certo prevedibile.
Attualmente ci sono circa 37000 casi attivi in Cina, ma il numero di morti ufficiali da inizio pandemia è di 5223, rispetto agli attuali 492mila casi in Italia e un numero di vittime superiore alle 181mila unità. A parte la possibilità di cifre sui decessi contestabili, a parità di dati, come interpreti una simile differenza di contromisure?
La politica zero-Covid è stata molto vantata come un successo dal governo, ma con l’arrivo delle nuove varianti, meno letali ma più contagiose, è divenuta impossibile da gestire in contesti così densi di popolazione. Per me il virus è una scusa per il controllo sociale oppure Xi non può affermare di aver fallito perdendo la faccia, che è l’umiliazione più grave che un cinese possa subire. Si è arrivati a chiudere città di più di 20 milioni di abitanti per poche decine di casi di cui la gran parte asintomatici.
Puoi approfondire le misure di tracciamento?
Non dobbiamo scaricare app per il tracciamento come in Italia, si possono usare le app cinesi più comuni, come Alipay e Wechat, per scannerizzare noi un codice all’ingresso dei luoghi che riferisce la nostra posizione alle autorità, ma le conseguenze sono sempre più pesanti sia sul piano civile e sia su quello penale. Ti telefonano persino per sapere dove stai andando e cosa stai facendo.
Hai qualche esperienza personale che ci possa far capire meglio l’attualità?
Mi è accaduto di rimanere bloccato a casa nonostante fossi negativo perché ero passato vicino ad una zona in cui c’era stata una persona che era entrata in contatto con un positivo. Un amico è rimasto chiuso 5 giorni perché aveva incontrato un collega che viveva in un palazzo in cui c'era un positivo asintomatico. Con questo sistema e gli scambi quotidiani che ci sono in una città come Shanghai, un solo caso può impattare milioni di persone e trasformare i loro codici verdi in codici gialli o rossi. C’è un sistema a semaforo molto intuitivo, ma anche il codice verde non è sempre garanzia di accesso ai luoghi ed è necessario per entrare persino in un parco pubblico. Negli ultimi 4 giorni ho fatto quattro tamponi (si fanno alla gola) ma da mesi non riesco a fare dei viaggi di lavoro perché per mezz'ora di treno devo sottostare ad una quarantena di 5 giorni. Da un momento all’altro può succedere qualcosa, non sai mai se in un ora potrai ancora uscire di casa perché potrebbero chiudere il compound per un caso asintomatico o persino senza casi.
Sei mai finito in un centro anti-covid?
Fortunatamente no. Sono spesso degli alberghi o delle aree enormi di contenimento allestite come strutture sanitarie, ma anche palestre e zone fieristiche fuori mano con bagni in comune e senza riscaldamento. Per migliaia di persone sarà dura affrontare l’inverno.
Come si sta evolvendo la dinamica? Come percepisci il sentire della popolazione?
Si dice in giro che fino a Marzo, fino all’entrata in carica del nuovo governo, non cambierà niente ma, ripeto, non so in quanti ce la faranno ad affrontare l’inverno in simili condizioni. Qualche settimana fa sembrava che le misure si stessero allentando, invece non è accaduto. Attualmente, i positivi sono visti come persone da condannare, come se fosse una colpa, vieni odiato perché la tua positività danneggerà la vita degli altri. Ci sono forse tre tipi di cinesi che ho inquadrato su questo tema: una parte si oppone, una parte si rassegna e si sente impotente, ma la gran parte è confusa e spaventata. In una città il sindaco ha abbassato livello di restrizioni, e le mamme non hanno mandato i figli a scuola per paura del virus. Non è solo una questione di controllo ormai. Soprattutto però, i test e la gestione del Covid valgono miliardi, tra strutture, allestimenti, operatori, materiali, smaltimento, sicurezza, parliamo di importanti punti di Pil. Molte aziende sono andate via ma qua si è aperto un business nel mentre che si deve capire come mandare avanti una volta che le misure saranno allentate e mentre la crescita del paese scricchiola.
Come viene gestita la politica zero-Covid nelle scuole?
È molto difficile anche lì, molti genitori sono stremati, molti bambini stanno rinunciando all’infanzia o a crescere con i parenti. Racconto un aneddoto recente. Durante lo scorso Halloween per un caso verificatosi a Disneyland qui a Shanghai hanno bloccato l’intero pubblico compresi i bambini fino alle 11 di sera per testare tutti e aspettare i risultati. Alcune scuole non hanno aperto nei giorni dopo, compresa la scuola di mia figlia. Lei è tornata un giorno e poi è stata tutta la settimana a casa anche se non c’erano casi nella sua scuola, solo per possibili legami con il positivo. I bambini fanno circa 6 tamponi a settimana, adesso si dice vogliano ridurli a 4 ma non è certo ancora.
Il mondo sta però ripartendo, in questo momento ci sono i mondiali di calcio e sono molto seguiti anche in Cina. Come viene vissuto questo contrasto dai cinesi e dagli stranieri?
Sinceramente non penso che la gran parte dei cinesi abbia piena coscienza di un mondo che sia ripartito. Penso che solo chi ha modo di eludere la censura e informarsi da media stranieri abbia questa percezione. Mi è capitato di vedere delle immagini dei mondiali sui media cinesi e non ricordo di aver visto stadi pieni, le dirette di eventi simili non sono mai in tempo reale qui. Anche la percezione degli stranieri è peggiorata. Siamo molto più oggetto di campagne d’odio, siamo molti di meno rispetto al passato e di conseguenza siamo anche più controllati. Motivo per il quale preferisco l’anonimato.
Ricordo che già diversi anni fa furono pubblicate campagne contro l’influenza occidentale nelle scuole e nelle università con persino dei cartoni animati che suggerivano di diffidare dallo straniero in quanto potenziale spia. Oggi invece, a quali campagne d’odio contro gli stranieri ti riferisci?
Ce ne sono state diverse. Una recente è stata una campagna per stare lontano dagli stranieri a causa del vaiolo delle scimmie. Ci accusano di fare uscire informazioni sensibili con il VPN (software che maschera l’identità degli utenti web permettendo di eludere la censura) ma quando ci sono proteste e contestazioni i video li fanno e li postano prima di tutto i cinesi. La gran parte degli stranieri come me che conoscevo tre anni fa ora sono andati via, non penso che molti rientreranno e vedo molti altri volenterosi di tornare in Europa.
Come è cambiata la situazione da quando sei arrivato? Tu e la tua famiglia come la vivete? Volete restare ancora?
Fosse per mia moglie saremmo già andati via. Per lei c’è un ritorno al passato e alla rivoluzione culturale, lei è cinese ed ha sempre vissuto qui tra Pechino e Shanghai. Il mio rapporto con la Cina è iniziato 20 anni fa, arrivai qui per la prima volta quando c’era la SARS e ora penso che andrò via con la sua evoluzione, il Covid. Dal 2007 vivo stabilmente qui e ai tempi c’era molto più entusiasmo per progettare e innovare, uno spirito che sentivo perso in Italia. Ora invece anche qui percepisco lo stesso tipo di depressione nelle persone.
Una “depressione” visibile anche sul piano economico?
Soprattutto sul piano economico. Tante aziende sono in crisi nera e non riescono più a pagare i dipendenti. E’ diventato più facile perdere il lavoro che trovarlo, un’inversione di tendenza rispetto alla Cina di qualche anno fa. Prima le aziende arrivavano a decine ogni giorno, oggi vanno via a decine ogni giorno. E’ sempre più difficile muoversi, tutto diventa più costoso e meno accessibile. Qualcosa è cambiato e persino molti cinesi desiderano oggi emigrare. Il livello di vita è senza dubbio più alto rispetto al passato, non per tutti, ma per la gran parte. Tuttavia, le persone stanno pagando a caro prezzo questa condizione.