Ecco cosa pensano a Charlie Hebdo di Le Pen e Salvini
Le destre populiste, più o meno radicali ed islamofobe, sono pronte a rilanciare le crociate contro l'immigrazione selvaggia dopo lo strage di Parigi nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Già qui da noi abbiamo sentito tuonare il segretario della Lega Nord Matteo Salvini “il nemico è in casa, bloccare l’invasione clandestina” e il forzista Gasparri che è arrivato a dire "serve una guerra".
Cosa penserebbero i redattori di Charlie Hebdo assassinati oggi durante la loro riunione quotidiana? La risposta migliore è questa copertina con cui il settimanale satirico ha commentato la strage di Lampedusa del 3 ottobre del 2013: "Applicato il programma del Front National" con una Marine Le Pen che sghignazza sui corpi che affondano nel Mediterraneo di fronte all'ultimo scampolo d'Italia.
Quindi fateci un piacere, lasciate in pace il direttore Stéphane Charbonnier, il disegnatore Wolinski e tutti gli altri. Lasciateli piangere ai colleghi, agli amici e alle famiglie e a quelle milioni di persone che si riconoscono nella loro battaglia per la libertà d'informazione e la tolleranza. Non fateci perdere tempo a rispondere alle strumentalizzazioni già partite sui cadaveri ancora caldi.
I giornalisti e i disegnatori di CH sono stati pronti a combattere contro il fascismo e il radicalismo islamico, tanto quanto ai rigurgiti neofascisti e intolleranti nel vecchio continente. Fateci un piacere: non usate i loro nomi per promuovere crociate e guerre di civiltà, per chiedere di ricacciare gli immigrati in mare, magari affondando i barconi pieni di migliaia di profughi di guerra siriani in fuga proprio dall'Isis.
Per questo sono stati colpiti i giornalisti e i disegnatori di Charlie Hebdo, il fondamentalismo ha colpito loro e non qualche associazione o formazione politica islamofobica perché gli intolleranti si alimentano vicendevolmente, forniscono il nemico o il pretesto per scatenare crociate e guerre sante.