Ecatombe in Giappone: terremoto e tsunami avrebbero causato la morte di almeno 1.600 persone. 10.000 i dispersi
Il terribile terrenoto di ieri che ha colpito il Giappone ed il conseguente tsunami alto più di dieci metri che si è abbattuto sulla costa orientale del Paese nipponico, potrebbero aver causato una vera e propria ecatombe. Il numero dei morti viene aggiornato drammaticamente di ora in ora: stamattina l'esercito giapponese ha trovato più di 300 cadaveri nella città di Rikuzentakata, facendo salire così il conto ufficiale delle vittime a 1.200 morti.
La polizia ha calcolato che, però, sommando il numero dei morti a quello delle persone che mancano all'appello, il probabile bilancio delle vittime del terremoto potrebbe salire a quota 1.600. Ma anche queste sono stime purtroppo provvisorie e la situazione potrebbe essere ancora più drammatica. Infatti ancora sono poche le notizie che arrivano dai piccoli centri costieri colpiti dallo tsunami, come a Minamisanriku, sempre nella prefettura di Miyagi, dove non si conosce ancora la sorte di oltre 9.000 persone, circa la metà dell'intera popolazione cittadina.
Intanto, arriveranno oggi le prime squadre di soccorso straniere, provenienti da Stati Uniti, Nuova Zelanda e Corea del Sud che invieranno in Giappone diverse squadre di specialisti in operazioni di ricerca e soccorso, squadre cinofile e soccorritori. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha promesso ieri l'aiuto del suo Paese, che normalmente dispone nelle sue basi in suolo nipponico di 47.000 soldati, ed invierà due squadre di soccorso e tonnellate di attrezzature, mentre ieri Hillary Clinton, aveva già annunciato l'invio di materiale di raffreddamento per scongiurare il disastro nelle centrali nucleari danneggiate dal terremoto e dallo tsunami.
Il portavoce dell'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha), Elisabhet Byrs, ha dichiarato che "Sessantotto squadre internazionali di ricerca e di salvataggio di più di 45 Paesi sono in stato di allarme, stanno monitorando la situazione e sono pronte ad aiutare il Giappone". Rinviata, invece la missione italiana coordinata dalla Protezione Civile, in seguito alla decisione del Governo nipponico di accettare prima gli aiuti provenienti dai paesi più vicini.