Ebola, allarme ONU: “Il virus potrebbe mutare e diffondersi per via aerea”
“Il virus ebola potrebbe mutare e diffondersi per via aerea se l'epidemia non verrà tenuta sotto controllo velocemente”. Per adesso è solo un allarme quello lanciato da Anthony Banbury, capo della missione Onu che in Africa Occidentale sta combattendo contro il virus, ma il timore è tanto. “Non esiste alcuna prova di una diffusione del virus ebola per via aerea” ed anche se l’Ebola “dovesse mutare, non è detto che ciò determinerebbe tale modalità di diffusione”. Evidenzia Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, uno dei due centri ad alta specializzazione indicati in Italia per l'assistenza e la diagnosi su ebola, in riferimento all'allarme lanciato dalle Nazioni unite. E precisa che si tratta di “un allarme non fondato su prove scientifiche. Quanto ad eventuali mutazioni del virus – ha detto Ippolito – al momento tali mutazioni non ci sono; nessuno può dire se il virus muterà o meno. Inoltre, anche nell'eventualità di una mutazione, non è detto che ciò determini una modalità di trasmissione per via aerea”.
Ebola, in Texas centinaia di controlli dopo il primo caso in USA
Nel frattempo in Texas, la cui capitale Dallas ha conosciuto il primo paziente americano colpito da Ebola, Thomas Duncan, un dottore della Sierra Leone arrivato malato attraverso uno scalo a Bruxelles, cresce la paura e aumentano i controlli. Almeno un centinaio le persone che in queste ore vengono strettamente monitorate a causa di una loro possibile esposizione al famigerato virus. Ed è polemica su come è stato gestito il caso. Al momento di lasciare l’ospedale, a Duncan non avrebbe comunicato dove aveva viaggiato nell’ultimo periodo, disattendendo le regole diramate dai Centers for Disease Control and Prevention, che impongono alle strutture sanitarie di chiedere alle persone con sintomi sospetti se provengono dai Paesi africani colpiti alle persone con sintomi sospetti se provengono dai Paesi africani colpiti.