Ebola, uccisi 7 operatori in Guinea. Onu: “Minaccia a pace e sicurezza”
Sette operatori sanitari sono stati uccisi dagli abitanti del villaggio di Wome, in Guinea, a colpi di macete e con armi da fuoco. Erano stati inviati per educare la popolazione di alcuni villaggi nel sudest del Paese sul virus ebola. La drammatica notizia è stata resa nota dal portavoce del Governo della Guinea, Albert Damantang Camara. Il feroce assalto ha causato anche 21 feriti. La lotta contro l’ebola in Africa occidentale è stata accolta da molti con atteggiamenti di rifiuto di qualunque aiuto ma si tratta della prima volta che si è giunti all’omicidio. Secondo quanto ha affermato una fonte della polizia, a quanto pare molti in Guinea pensano che il virus ebola sia un’invenzione dei bianchi per uccidere i neri. Intanto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha approvato all’unanimità una risoluzione nella quale definisce la crisi provocata dall’epidemia di ebola in Africa occidentale “una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”. Secondo l’ultimo bilancio dell’Oms, il virus ebola ha ucciso 2622 persone.
Le Nazioni Unite chiedono di non isolare i Paesi colpiti dal virus ebola
Il Consiglio di Sicurezza ha adottato una risoluzione per rafforzare la risposta globale alla diffusione del letale virus in Africa occidentale, i cui Paesi – è questo l'appello delle Nazioni Unite – “non devono essere isolati” dalla comunità internazionale. Il Consiglio Onu ha dunque invitato tutti i Paesi a fornire esperti sanitari, ospedali da campo e forniture mediche per combattere il virus. La risoluzione è stata approvata nel corso di una riunione di emergenza. Al Consiglio di sicurezza è intervenuto il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, che ha chiesto di aumentare di 20 volte la quantità di aiuti contro il virus ebola per raggiungere circa un miliardo di dollari. Ban ha detto che l’epidemia di Ebola “richiede l’attenzione del mondo” e un’azione “senza precedenti”.
