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Ebola, “è l’epidemia più grande dopo l’Aids. Preoccupa l’infermiera spagnola

Il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention USA paragona il virus alla malattia esplosa negli anni Ottanta. La prima paziente europea è stata intubata per difficoltà respiratorie .
A cura di Biagio Chiariello
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Quella contro l’Ebola “sarà una lunga battaglia” paragonabile solo ad una altra, famigerata epidemia: “quella dell’Aids”. Parola del direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, Thomas Frieden, che ne ha parlato in un incontro sul virus presso la Banca Mondiale a Washington. “Direi che, in trent’anni di lavoro nella sanità pubblica, l’unica situazione simile a questa è stata quella con l’Aids”, ha spiegato Frieden, sottolineando che il ritmo di propagazione del virus a è simile a quello della fase iniziale della sindrome da immunodeficienza acquisita. Dichiarazioni tutt’altro che confortanti sono arrivate anche dal presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, secondo cui Ebola ha “un impatto potenzialmente catastrofico e serve una risposta globale alla crisi”, aumentando il numero degli operatori sanitari qualificati nei Paesi colpiti. Rasserena una dichiarazione che arriva dall’ONU: “Ebola non è una condanna a morte» affermano dalla missione delle Nazioni Unite per l'emergenza del virus (Unmeer), precisando che “cure precoci significano una migliore possibilità di sopravvivenza”.

L'infermiera spagnola è peggiorata

Nel frattempo è arrivata la smentita da parte delle autorità macedoni, come riferito dall’agenzia serba Tanjug, sul fatto che a causare la morte a Skopje di un cittadino britannico sia stato il virus. Tuttavia in Spagna le condizioni di salute dell'infermiera spagnola affetta da ebola, la prima persona a contrarre il virus in Europa, “sono peggiorate, ma per espresso desiderio della paziente non possiamo dare notizie sulla sua situazione clinica” ha detto Yolanda Fuentes, la vicedirettrice generale dell’ospedale Carlo III-La Paz, dove la donna è ricoverata. La donna ha riferito che un altro infermiere ausiliare “a rischio di esposizione, che è stato ricoverato in isolamento questa mattina, anche se non presenta sintomi della malattia”.

Cuba in prima linea nella lotta all'Ebola

Di fronte alla catastrofe sanitaria dall'Ebola, Cuba risponde presente.  Le autorità sanitarie de L'Avana hanno annunciato di voler inviare nell'Africa dell'Ovest un totale di 461 fra medici e operatori sanitari. Inizialmente il numero previsto era di 165 persone dirette in Africa per lottare contro il virus. Scelta che ha ricevuto, come era facile prevedere, il plauso del leader delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che ha dichiarato che altri Paesi dovrebbero seguire l’esempio cubano.

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