È morto Elie Wiesel, premio Nobel memoria dell’Olocausto
È morto a Manhattan all’età di 87 anni Elie Wiesel, lo scrittore di origine ebraica sopravvissuto alla Shoah e premio Nobel per la Pace. Nato nel settembre del 1928 in una famiglia ultraortodossa ebrea in Transilvania, nella località ungherese di Sighet, attuale Romania, nel 1963 Wiesel era diventato cittadino statunitense. Nella sua vita ha scritto 57 libri tra cui “La notte”, un racconto basato sulla sua esperienza personale di prigioniero nei campi di concentramento ad Auschwitz, Buna e Buchenwald. Tra il 1944 e il 1945 lo scrittore, che per tutta la sua vita ha raccontato gli orrori dell’Olocausto, fu prigioniero nei campi di sterminio. Nel 1986 gli è stato assegnato il premio Nobel per la Pace. Nel ricevere il premio, lo scrittore aveva espresso il senso della sua missione con queste parole: “Prendiamo posizione quando assistiamo alle sofferenze e all’umiliazione di un qualsiasi essere umano. Il silenzio e la neutralità aiutano sempre l'oppressore, mai le vittime”.
Il ricordo di Netanyahu – Dopo avere ricevuto la notizia della sua morte, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo ha subito omaggiato come un “raggio di luce e un esempio di umanità che crede nella bontà dell'uomo”. “Lo Stato di Israele e il popolo ebraico piangono amaramente la morte di Elie Wiesel”, ha aggiunto Netanyahu. Wiesel aveva uno strettissimo rapporto con il presidente americano Barack Obama, che lo ha ricordato su Twitter: “È stata una grande voce morale del nostro tempo e una coscienza del nostro mondo”, ha scritto il presidente. “Elie Wiesel ha insegnato a non restare in silenzio di fronte all’ingiustizia”, ha detto il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, definendo lo scrittore “un faro di luce” nei confronti del quale il mondo ebraico “ha un enorme debito di gratitudine”. Wiesel “non dormì mai di fronte alle ingiustizie e svegliò gli altri quando dormivano”.