Bombe su un centro commerciale a Kiev, sale il bilancio dei morti: cos’è successo nella notte in Ucraina
L'offensiva russa, a quasi un mese dall'inizio dell'invasione, si avvicina sempre di più a Kiev nel tentativo di accerchiarla. Nella notte almeno otto persone hanno perso la vita nella Capitale a causa di un bombardamento d'artiglieria che ha colpito un quartiere commerciale del distretto di Podil. Lo ha riferito il dipartimento del Servizio di emergenza di Stato ucraino, secondo cui l'attacco è stato sferrato dalle forze russe. Il sindaco della città, Vitali Klitschko, ha dichiarato che i proiettili d'artiglieria hanno danneggiato alcune abitazioni e il centro commerciale Retroville. In tutto 63 vigili del fuoco hanno lavorato per spegnere le fiamme. Le sirene hanno suonato a Kiev ma anche a Lozova, nella regione di Kharkiv.
Tuttavia, sottolinea il report di questa mattina del Ministero della Difesa inglese, anche se Kiev rimane il principale obiettivo militare delle forse russe, queste ultime sembrano essere in fase di stallo. "La maggior parte delle forze russe rimane a più di 25 chilometri dal centro della Capitale. Nonostante la continua mancanza di progressi, Kiev però rimane l'obiettivo militare principale della Russia e nelle prossime settimane è probabile che dia la priorità al tentativo di circondare la città", si legge.
Attacco aereo a Bucha
Tuttavia l'esercito ucraino ha appena pubblicato il suo rapporto operativo delle 6 del mattino, affermando che le sue forze armate non hanno subito cambiamenti significativi nell'ultimo giorno. "Gli occupanti continuano a terrorizzare la gente del posto e a saccheggiare i territori temporaneamente occupati", afferma il dossier pubblicato dal ministero della Difesa.
Nelle ore precedenti all'attacco al centro commerciale, le truppe russe avevano lanciato un attacco aereo sul villaggio di Zabuyannia, distretto di Bucha, sul confine nord-ovest di Kiev dove si trova la linea del fronte. Decine di razzi antiaereo erano partiti dalle postazioni in città. Per il ministero della Difesa ucraino, gli occupanti stanno attendendo rinforzi per lanciare un'offensiva in larga scala su Kiev: "Allo stesso tempo, c'è la minaccia dell'uso di missili ad alta precisione e a lungo raggio da parte del nemico, incluso il sistema ipersonico Dagger", hanno aggiunto.
Ammoniaca fuoriesce da impianto chimico a Sumy
Situazione difficile anche a Sumy, assediata dalle truppe russe e dove il governatore regionale ha annunciato una perdita di ammoniaca in un impianto che produce una gamma di fertilizzanti chimici. L'incidente è avvenuto alle 4.30 ora locale nella struttura di Sumykhimprom. Dmytro Zhyvytskyy ha spiegato alla Reuters che l'area, entro un raggio di cinque chilometri intorno all'impianto, è pericolosa. Pertanto l'invito ai residenti è stato di cercare rifugio nei seminterrati o nei livelli più bassi degli edifici per evitare l'esposizione. "L'ammoniaca è più leggera dell'aria, quindi rifugi, scantinati e piani inferiori dovrebbero essere utilizzati per la protezione", ha in un messaggio diffuso su Telegram.
Kiev rifiuta la resa di Mariupol
Nelle scorse ore la Russia ha anche lanciato un ultimatum per la resa di Mariupol, tra le città più colpite dall'offensiva di Putin. Richiesta che però l'Ucraina ha respinto al mittente. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha dichiarato che "la resa non è un’opzione", spiegando che l’Ucraina chiede invece l’apertura di un passaggio sicuro con un corridoio umanitario. Vereshchuk ha spiegato all’Ukrainska Pravda che il ministero della Difesa russa ha inviato una lettera di 8 pagine "con riferimenti alla storia e altre sciocchezze. Hanno inviato la stessa lettera all’Onu, al Comitato internazionale della Croce Rossa e speravano che le organizzazioni internazionali reagissero e iniziassero a fare pressione sull’Ucraina, ma non è successo. Il Cicr e le Nazioni Unite capiscono che è una manipolazione russa e che i russi stanno tenendo le persone in ostaggio. Non si può parlare di resa. Ne abbiamo già informato la parte russa. Gli ho scritto: invece di perdere tempo con 8 pagine di lettere, aprite un corridoio umanitario".