È di nuovo scalzo il senzatetto di New York aiutato da un poliziotto
L’immagine del poliziotto di New York e del senzatetto scalzo nonostante il freddo di una notte di novembre aveva commosso tutti e, nel giro di poche ore, era stata condivisa migliaia di volte dal profilo Facebook della polizia americana per poi essere rilanciata in tutto il mondo. La storia che c’era dietro era quella del gesto spontaneo dell’agente 25enne Larry Deprimo che, alla vista dell’uomo con i piedi e le caviglie nude, era entrato in un negozio per donargli stivali e calze e fare in modo che anche lui potesse proteggersi dal gelo. Il poliziotto successivamente aveva detto di non conoscere nemmeno il nome di quell’uomo che però aveva descritto come una delle persone “più educate che avesse mai incontrato”. Eppure, dopo qualche giorno dalla diffusione di quella foto, il New York Times racconta ciò che è successo dopo il bel gesto dell’agente di polizia. Il giornale ha trovato il senzatetto che vagabondava per Manhattan, l’ha identificato come un 54enne di nome Jeffrey Hillman, che adesso però cammina nuovamente a piedi nudi. Perché?
“Potrei rischiare la vita per questi stivali” – L’“homeless” ha nascosto i suoi stivali nuovi, li ha nascosti perché “valgono un sacco di soldi”. Perché lui, così il senzatetto ha confessato al giornale, “potrebbe rischiare la vita”. L’uomo, che stando al racconto del quotidiano è apparso un po’ confuso, ha risposto ad alcune domande che gli sono state fatte. Ha detto di essere originario del New Jersey, padre di due figli di 22 e 24 anni e un passato come cuoco dell’esercito americano negli Stati Uniti e in Germania. Da circa dieci anni però vive nelle strade della Grande Mela e per questa condizione, a quanto pare, non sa o non vuole fornire un perché. Alla domanda del New York Times, infatti, il senzatetto ha solo risposto: “Non lo so”. In ogni caso l’uomo ha espresso la sua gratitudine nei confronti del poliziotto generoso, a quanto pare avanzando però anche qualche pretesa su un eventuale guadagno dovuto a quella foto pubblicata “senza la sua autorizzazione”.