"La coperta è tirata troppo in alto, fa caldo, siamo a Nizza, c'è il mare, tirala un po' più giù quella coperta, dio bono, così gli copri tutta la faccia".
E invece la coperta va bene tirata così, perché non serve a riparare la bambina dal freddo.
E' l'immagine con cui mi sono svegliato. Una coperta con una bambola accanto, e il pensiero a chi è lì sotto. Più tardi scopro che il corpo è quello di una persona adulta. Forse della mamma, perché sapete come funziona, quando i bambini per strada si addormentano si mettono nei passeggini e le mamme e i papà viaggiano con le bambole in mano, che a guardarli fanno quasi tenerezza, gente di un metro e ottanta a cui è affidata la salvaguardia di un pezzo di plastica di trenta centimetri. Ma così tanto importante.
Ora, per favore, giocate ancora con quella bambola. Non lasciatela lì.
I terroristi non uccidono per un dio, un premio, una sfida, tanto meno per coraggio. I terroristi uccidono perché hanno paura delle nostre bambole. Per convincerci a giocare solo con i soldatini, quelli veri. Perché fra soldatini e terroristi i secondi avranno sempre la meglio, per questo la gente cattiva agogna i soldatini e odia le bambole.
Perciò, se c'è una cosa da dire sulla persona coperta con una bambola accanto, è questa: "Come ti chiami, quanti anni hai. Posso giocare con te?" Che è poi un modo come un altro per dire: "Ho una paura fottuta, ma ho deciso di restare umano".