Un discorso storico, che sarà ricordato come l’inizio di una nuova era per gli Stati Uniti d’America e non solo. Qualunque sia la vostra opinione di Donald Trump, sarà il caso di cominciare a prestare molta attenzione alle sue parole, non solo alle sue scelte. In effetti, c’è sempre stata, specie tra gli analisti di Oltreoceano (per non parlare dei politici italiani), una sorta di esegesi continua delle parole del tycoon di New York, come a sottolineare la distanza fra i suoi proclami bellicosi e la solida concretezza del suo agire politico. Una lettura che ha sempre avuto un effetto rassicurante sull'opinione pubblica e ha contribuito a spostare sempre più avanti la soglia dell'accettabilità, finendo con il normalizzare anche le posizioni più radicali ed estremiste.
Il discorso di insediamento di Trump probabilmente farà cambiare idea a molti. Nel subentrare a Joe Biden, infatti, il nuovo presidente non ha cambiato registro rispetto alla campagna elettorale. Ha attaccato in modo durissimo l’amministrazione uscente. Ha utilizzato toni da crociata, asserendo che la sua vita è stata salvata da Dio per permettergli di portare a termine la missione di rendere di nuovo grande l’America. Ha dato concretezza a nuove ambizioni territoriali degli USA, annunciando di essersi già appropriato del “nome” del golfo del Messico e di volersi riappropriare del canale di Panama. Ha rilanciato visioni complottiste sul deep state e diffuso notizie non verificate con grande naturalezza (parlando ad esempio di prigioni e istituti mentali svuotate deliberatamente da governi stranieri, in modo da mandare immigrati negli USA). Ha fatto capire di voler prendere molto seriamente la battaglia contro la supposta ideologia woke, sentendosi in dovere di dichiarare l’esistenza “di due soli generi” e anticipando di voler cambiare le politiche in materia. Ha confermato il cambio di passo sulle politiche energertiche e sul clima. Ha parlato di isolazionismo e dazi, mandando messaggi chiari anche ai suoi alleati europei. E, nel discorso successivo "interno", ha calcato la mano sulla giustizia, sui media, sugli avversari politici e sulle indagini "insabbiate" per danneggiarlo politicamente.
Soprattutto, ha tracciato un solco fra ciò che c'era prima e cosa ci sarà adesso. Cominciando con l'annunciare ordini esecutivi per dare immediato seguito e concretezza alle sue parole. E immaginando un diverso futuro per la sua America: una nuova età dell'oro in economia, una nuova frontiera (Marte) e una società completamente pacificata dalle nuove ideologie e dai vorticosi cambiamenti degli ultimi anni. È un disegno ambizioso ma allo stesso tempo tremendamente concreto, che sembra godere di un enorme supporto popolare in tutto l'Occidente. Oltre che rappresentare un faro per la destra mondiale, già convinta di avere dalla propria parte lo spirito del tempo e di avere il compito di ridisegnare la società per come la conosciamo.
Parleremo a lungo del perché questa volta sarà diverso e di quanto peso abbiano vecchi e nuovi oligarchi che affollano la sua corte dei miracoli. Cercheremo di domandarci quale pericolo si nasconde dietro la riscrittura del nuovo contratto sociale a uso e consumo dei tecnocapitalisti della sorveglianza che appoggiano il nuovo Presidente. Rifletteremo a lungo su cosa significa avere a capo del cosiddetto "mondo libero" un multimiliardario che ha già usato la propria posizione per rafforzare il suo patrimonio rilasciando una meme coin. Ci interrogheremo su come si sia arrivati a questo, sul fallimento del progressismo e sulla crisi forse irreversibile della democrazia. Ma dovremo fare tutto ciò con una nuova consapevolezza: non sono soltanto parole, non siamo in un romanzo distopico, non siamo in presenza di una versione caricaturale e bonaria del solito politico conservatore. Donald Trump è lo spirito del tempo. È la realtà. È la nostra realtà.