“È come stare in Ocean’s Eleven”: come il Qatar ha influenzato la commissione diritti umani al Parlamento Ue
di Annalisa Girardi e Antonio Musella
Ci sono i diritti umani al centro del Qatargate. Sono il nucleo dello scandalo di corruzione che ha coinvolto Parlamento europeo, Qatar e Marocco. Non solo perché l'Emirato, secondo gli inquirenti belgi, avrebbe pagato tangenti a funzionari e deputati europei in cambio di un'operazione di maquillage a suo favore, volta proprio a nascondere i soprusi sui diritti dei lavoratori migranti, arrivati in Qatar per costruire gli stadi e gli hotel destinati ai Mondiali di calcio. Ma anche perché le numerose commissioni, delegazioni e comitati che si occupano di diritti umani al Parlamento europeo hanno funto da teatro per queste pressioni da parte del cosiddetto "gruppo di amici". Ovvero i membri di quella che gli investigatori descrivono come una vera e propria organizzazione criminale.
Ci sono Antonio Panzeri, Francesco Giorgi ed Eva Kaili. Tutti e tre i principali indiziati rimangono al momento in carcere. Dopo il via libera della plenaria e la revoca dell'immunità parlamentare, è arrivato un mandato d'arresto anche per gli eurodeputati Marc Tarabella e Andrea Cozzolino. Sarebbero stati loro a presidiare la sottocommissione per i diritti umani, principale luogo dove l'organizzazione capeggiata dall'ex eurodeputato Panzeri avrebbe portato avanti l'operazione a favore di Doha e Rabat.
Il ruolo della sottocommissione dei diritti umani
Tra i nomi ricorrenti nelle carte degli inquirenti c'è anche quello di Maria Arena, deputata europea di origine belga, eletta tra le fila dei Socialisti. È stata lei a succedere a Panzeri, alla fine del suo mandato a Strasburgo nel 2019, alla presidenza della sottocommissione per i diritti umani (DROI). Incarico dal quale si è dimessa allo scoppio dell'inchiesta. Cozzolino, invece, ha preso il posto di Panzeri sia dalla presidenza della Delegazione per i Rapporti con il Magreb (DMAG), che dalla co-presidenza della commissione parlamentare Marocco – Ue (CPM).
Dal 2019 in poi Panzeri è riuscito comunque a rimanere nell'orbita dei lavori della sottocommissione, per favorire così gli interessi di Qatar e Marocco. Non solo attraverso l'operato di Giorgi, all'epoca suo assistente parlamentare, passato a lavorare per Cozzolino, e compagno di Kaili. Ma anche con la sua Ong, Fight Impunity, cha ha avuto modo di influenzare comunque i lavori al Parlamento Ue quando si parlava di diritti umani.
Per farlo, però, rimaneva comunque fondamentale avere le "persone giuste" negli incarichi giusti. Ed è qui che spunta il nome di Arena, descritta nelle carte degli inquirenti come "uno dei contatti più importanti" di Panzeri. I servizi belgi sottolineano come fosse nell'interesse di Giorgi e Panzeri utilizzare Arena per il suo ruolo di presidente della sottocommissione.
Chi sono gli altri personaggi del Qatargate
Queste operazioni di posizionamento dei vertici, per assicurarsi la capacità di influire sulle scelte, sarebbero state il risultato concreto della catena corruttiva, partita dal Qatar e dal Marocco e arrivata nel Parlamento europeo. Non avrebbero riguardato solo la sottocommissione per i diritti umani, sostengono gli inquirenti, ma anche l'universo sindacale. In questo senso si spiegherebbe l'endorsement a Luca Visentini, un altro dei nomi ricorrenti nei fascicoli, che dai vertici della Confederazione Ue dei sindacati è stato eletto, lo scorso novembre, segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati. Va sottolineato però che per lui, come per Arena del resto, non è stata presa alcuna misura cautelare.
Il collegamento tra i due, però, c'è. Lo scorso 19 maggio 2022 Visentini ha condiviso e rilanciato su Twitter le dichiarazioni di Arena che elogiavano le riforme portate avanti dal Qatar, precisamente attraverso la figura del ministro del Lavoro Ali bin Samikh Al Marri, in materia di diritti dei lavoratori. Proprio il ministro del Lavoro qatariota sarebbe, secondo gli inquirenti belgi, il mandante dell'organizzazione corruttiva. Colui cioè che ha fornito le mazzette in cambio delle risoluzioni a favore del suo Paese.
L'incontro in hotel per preparare la strategia pro Qatar
La data da segnare sul calendario è quella del 14 novembre 2022. È l'appuntamento in cui tutti i personaggi coinvolti nell'inchiesta convergono nelle stanze del Parlamento europeo per discutere di quanto sta accadendo in Qatar, appena una settimana prima dal fischio di inizio dei Mondiali. E proprio dagli appuntamenti e dalle conversazioni di quei giorni i magistrati belgi riescono a ricostruire l'intera strategia messa in campo da quello che definiscono "il club degli amici". Ci sono intercettazioni telefoniche, pedinamenti e anche i riscontri degli incontri avvenuti con la delegazione del Qatar confermati negli interrogatori di Eva Kaili davanti ai magistrati belgi.
La sera del 13 novembre c'è stato un incontro all'hotel Steigenberger Wiltcher's di Bruxelles, a cui hanno partecipato Panzeri, Giorgi, Kaili e l'assistente del ministro qatariota, Boudjellal Bettaha, detto "l'algerino". L'obiettivo è quello di definire la strategia per i giorni seguenti, importantissimi per segnare il posizionamento dell'Ue nei confronti dell'Emirato, su cui stavano per accendersi i riflettori. Il gruppo non sa di essere pedinato e monitorato a distanza dagli agenti della gendarmeria belga.
A questo incontro sia Giorgi che Panzeri avrebbero insistito perché partecipasse anche Kaili, che allora ricopriva ancora la carica di vicepresidente del Parlamento Ue, in modo da dimostrare al Ministro qatariota quanto anche i vertici fossero implicati nell'operazione e quanto profonda potesse essere, di conseguenza, l'influenza. Kaili, nell'interrogatorio del 13 gennaio ha ricostruito la vicenda in un modo diverso, sostenendo che l'incontro all'hotel Steinberger Wiltcher's c'è effettivamente stato, ma vi avrebbero preso parte solo Giorgi e Panzeri insieme alla delegazione qatariota, mentre lei, arrivata all'appuntamento con la figlia di pochi mesi avuta insieme a Giorgi, non avrebbe preso parte alla discussione.
"È come stare in Ocean's Eleven"
Ad ogni modo, a questo incontro il "gruppo di amici" sottolinea la necessità di "istruire" gli europarlamentari che avrebbero partecipato all'incontro in commissione il giorno seguente. E, allo stesso tempo, mettere nero su bianco una traccia per il ministro Ali bin Samikh Al Marri, presente al Parlamento europeo il giorno seguente, in modo da ottenere la benevolenza degli altri deputati coinvolti. Secondo i servizi belgi, dalle intercettazioni che sono state condotte, a scrivere il discorso del ministro qatariota è stato Panzeri in persona.
Secondo le ricostruzioni dei servizi segreti belgi del VSSE, inoltre, è in questa occasione che la delegazione qatariota avrebbe consegnato dei soldi in contanti al duo Panzeri – Giorgi. Agli atti dell'inchiesta c'è anche una frase captata dagli agenti che monitoravano Panzeri in quei giorni "È come stare in Ocean's Eleven", avrebbe detto a Panzeri un uomo, la cui identità rimane sconosciuta, in un'altra intercettazione. Lo avrebbe fatto consegnandogli una busta contenente presumibilmente una delle tante mazzette arrivate da Doha. Mazzette, che sono state poi ritrovate in casa di Panzeri. E che lo hanno fatto arrestare in flagranza.
La riunione della sottocommissione diritti umani
Ma torniamo al 14 novembre 2022. All'ordine del giorno per la sottocommissione DROI c'è infatti un dibattito sulla Coppa del Mondo e sui diritti umani in Qatar. È presente, appunto, anche il ministro del Lavoro in persona, Ali bin Samikh al-Marri, insieme a un rappresentante dell'Organizzazione mondiale del Lavoro, uno dei della Confederazione internazionale dei sindacati e una di Human Rights Watch.
A condurre i lavori è Maria Arena. Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, in qualità di eurodeputati, sono presenti. Nella stanza, sostengono gli inquirenti, ci sono anche Antonio Panzeri, a rappresentare la sua Ong Fight Impunity, e Francesco Giorgi.
È in questa occasione, il 14 novembre 2022, che il "club degli amici" si appresta a mandare in porto "l'operazione Qatar" nel dibattito sui mondiali di calcio della commissione diritti umani del Parlamento Europeo. L'unico "ostacolo", viene descritto proprio così nelle conversazioni intercettate, rischiava di essere la presenza di Amnesty International. Organizzazione che Arena si sentiva obbligata ad invitare, ma che avrebbe fatto prendere al dibattito una via sfavorevole per il Qatar. Sempre dalle carte dei servizi belgi emerge che ci avrebbe pensato Panzeri a "correggere" la situazione, invitando un'altra organizzazione al posto di Amnesty.
Nelle ore antecedenti alla riunione della commissione, le intercettazioni agli atti dell'inchiesta testimoniano un gran lavoro da parte di Panzeri e Giorgi. Quest'ultimo contatta Cozzolino per dargli istruzioni. "Come la vuoi la cosa?", gli scrive l'eurodeputato napoletano. "Tu puoi intervenire così" gli risponde Giorgi dando una traccia per l'intervento da fare. Dalle intercettazioni si evince anche che Panzeri comunica a Giorgi di aver parlato con l'eurodeputata Alessandra Moretti, al momento non coinvolta nell'indagine, che gli avrebbe chiesto su cosa poteva intervenire. "Le ho detto che può dire qualcosa sugli omosessuali", dice Panzeri a Giorgi.
Il dibattito sui diritti umani in Qatar
Ad aprire i lavori del 14 novembre è Arena, che presenta benevolmente il ministro del Qatar e sottolinea tutti i progressi fatti per la tutela dei diritti umani nell'Emirato. Ali bin Samikh Al Marri prende poi la parola per sottolineare come lui stesso sia stato in passato attivista per i diritti umani. "Conosco le sfide che deve affrontare il mio Paese. Quando ero a capo del comitato nazionale per i diritti umani in Qatar anche io sono stato critico nei confronti del mio governo. Ma ora che sono ministro posso finalmente spingere per quelle riforme che stanno migliorando la situazione", disse il ministro.
"Il Qatar è sempre stato un Paese aperto. Human Rights Watch ha accesso al mio Paese. Nel 2017 c'è stato un accordo con l'Organizzazione mondiale del Lavoro e c'è ora un buon dialogo con la Confederazione internazionale dei sindacati", ha aggiunto, nel tentativo di tranquillizzare la platea nonostante le notizie dei migliaia di lavoratori migranti morti nei cantieri in Qatar e delle repressioni dei diritti delle persone Lgbtq+.
Le prime domande che vengono rivolte al ministro sono proprio quelle di Tarabella e Cozzolino. Che non si risparmia inoltre la battuta sulla mancata qualificazione dell'Italia ai mondiali, ma sui grandi risultati del Napoli in campo calcistico. Poi si limita a sottolineare come vadano incoraggiate le riforme del Qatar e come "al Parlamento non dobbiamo erigere barriere sul progresso, ma spingere per queste riforme". Il suo intervento, sempre secondo le intercettazioni degli inquirenti, non sarebbe però piaciuto a Giorgi, che non lo avrebbe considerato all'altezza. "Cozzolino è veramente un coglione, gli avevo preparato tutto perché facesse bene" ha scritto Giorgi a Panzeri.
Scocciato, avrebbe poi chiesto a Panzeri se non fosse meglio chiedere piuttosto a Tarabella di intervenire. Panzeri, dal canto suo, gli avrebbe risposto ricordando le indicazioni date ad Alessandra Moretti. Proprio da questi scambi emerge ancora una volta il ruolo e la leadership di Panzeri nel gestire l'organizzazione criminale. Intanto Arena, scrivono gli inquirenti belgi, interrompe bruscamente tutti gli interventi critici nei confronti della relazione di Al Marri: vengono tutti bloccati allo scoccare del minuto, mentre a quelli di Tarabella e Cozzolino viene concesso almeno il doppio dello spazio. Per le parole buone su Doha, c'è tutto il tempo necessario.