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Drogano i figli per non fargli vedere la guerra, molti morti di overdose. Anche questo è Siria

Decine di bambini siriani ricoverati in overdose da oppiacei e altri narcotici. Le droghe vengono somministrate dai genitori con un unico scopo: tenere i figli privi di conoscenza mentre attraversano il confine con la Turchia ed evitare così di essere scoperti. A rifornire le famiglie sono gli stessi trafficanti di esseri umani.
A cura di Mirko Bellis
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Sfollati siriani in un campo allestito nella provincia di Idlib (Fareed Alhor)
Sfollati siriani in un campo allestito nella provincia di Idlib (Fareed Alhor)

“La maggior parte di loro non possono essere nemmeno definiti bambini. Hanno solo due anni, ma ce ne sono anche di più piccoli”, afferma il dottor Ahmad al-Ghandour. Il medico lavora all'ospedale di Darkoush, un piccolo villaggio della provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria, e ogni settimana deve trattare dai cinque ai sette casi di bimbi in overdose da oppiacei e altri narcotici. Le droghe, secondo quanto dichiara il sanitario, vengono somministrate dai genitori con un unico scopo: tenere i figli privi di conoscenza mentre attraversano il confine con la Turchia. L’ospedale, infatti, si trova a meno di tre chilometri dalla frontiera e negli ultimi mesi sono migliaia gli sfollati che cercano di mettersi in salvo nel Paese vicino. Il rischio per i siriani che vogliono varcare il confine è molto grande in quanto le forze di sicurezza turche non esitano a sparare contro i civili, come denunciò Human Rights Watch.

Sonniferi, oppiacei e altri narcotici destinati agli adulti, in alcuni casi iniettati con una siringa, è vasta la gamma di droghe date ai più piccoli. Gli ultimi episodi di overdose sono accaduti appena due settimane fa quando nell'ospedale del dottor al-Ghandour si è presentato un caso drammatico: cinque bimbi, di cui due neonati, sono stati ricoverati con un’intossicazione da farmaci. La loro famiglia era fuggita dalla provincia di Deir ez-Zor, durante l’offensiva dell’esercito siriano per strappare la città al controllo dei jihadisti dell’Isis. Lo staff medico non riusciva a capire quale fosse la sostanza assunta dai bimbi. Quando al-Ghandour è arrivato in ospedale era ormai troppo tardi e per due dei piccoli non c’era più niente da fare. La notte prima, ha rivelato il padre in stato di shock, per riuscire a passare inosservato il confine aveva acquistato in una farmacia una “medicina liquida” per addormentare i figli e i nipoti. Ma qualunque cosa ci fosse nel farmaco il dosaggio è stato eccessivo e i bambini hanno cominciato a sentirsi male. “Dio solo sa cosa ci fosse in quella medicina – prosegue il medico – potrebbe essere stata una pillola o una polvere da sciogliere in acqua, un'iniezione o una miscela di tutte queste cose”. I figli dell’uomo non sono sopravvissuti all'overdose di sedativi: la più piccola aveva appena tre mesi. Tre dei nipoti invece sono fuori pericolo.

I sanitari dell’ospedale sospettano che i genitori, per provocare la perdita di coscienza dei piccoli, stiano somministrando il Tramadolo, un particolare tipo di oppioide sintetico che costituisce il principio attivo di molti farmaci antidolorifici. Altamente pericoloso se usato nei bambini, può portare a difficoltà respiratorie e in alcuni casi anche alla morte. Il Tramadolo, però, non sarebbe l’unico oppioide utilizzato, ai minori vengono dati anche altri ansiolitici come il Valium. Ma come fanno le famiglie siriane a procurarsi questi farmaci? Esiste un mercato nero gestito proprio dai contrabbandieri di esseri umani che agiscono lungo tutta la frontiera turco-siriana. A confermarlo è Ahmad Khalilo, un farmacista di Darkoush. “Non vendo questo tipo di medicinali senza una prescrizione, e quando alcuni clienti sono venuti a chiedermeli ho sempre consigliato loro di essere prudenti nel somministrare questi farmaci ai figli”. “Purtroppo in questo caos – prosegue Khalilo – i contrabbandieri riescono ad ottenere facilmente narcotici e altre droghe vendute illegalmente da alcuni farmacisti disonesti per arricchirsi.

Syria Direct, un’organizzazione no profit formata da giornalisti siriani, è riuscita a parlare con Abu Saleem, un trafficante che dalla provincia di Idlib conduce le famiglie oltre confine. Saleem ha confermato di aver fornito ai suoi clienti sedativi e altri narcotici e di averli somministrati ai bambini, anche con delle iniezioni. In un punto però il contrabbandiere si è mostrato risoluto: “Non costringiamo nessuno a dare ai loro figli pillole o a fare un’iniezione. Se non vogliono, va bene lo stesso”. Per i genitori, in ogni caso, sembra non esserci una reale possibilità di scelta. Dire di no alla proposta di un contrabbandiere come Abu Saleem significa accettare il rischio che il pianto del bimbo attiri la sorveglianza delle guardie di confine e finire arrestati o peggio, uccisi. “I bambini piangono durante il viaggio, specialmente i più piccoli e questo può rovinare tutto”, ha concluso il trafficante.

Nel luglio scorso, il governo turco ha chiuso il passaggio di confine di Khirbet al-Joz dopo che la zona era caduta sotto il controllo di Hayat Tahrir al-Sham (Hts, Movimento di Liberazione del Levante), un gruppo jihadista vicino alle posizioni di Al Qaeda. La chiusura del valico di frontiera ha significato un duro colpo per i civili in fuga dalla guerra. La Turchia, che ospita oltre tre milioni di profughi, non prevede di riaprire il passaggio tanto presto e per molti siriani non resta altra via per mettersi in salvo che affidarsi a criminali senza scrupoli come Abu Saleem.

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