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Guerra in Ucraina

Dove si combatterà la battaglia decisiva per la controffensiva ucraina

Il professor Gastone Breccia: “Se gli ucraini prenderanno Tokmak – cosa tutt’altro che facile – saranno a un passo dall’interrompere il ponte terrestre tra la Crimea e il Donbass. Sarà questa la battaglia decisiva della controffensiva di Kiev nelle prossime settimane”.
Intervista a Gastone Breccia
Storico ed analista militare.
A cura di Davide Falcioni
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La massima spinta della controffensiva ucraina, lanciata circa due mesi fa, è ora in atto nel sudest del Paese. Lo riferiscono al New York Times fonti del Pentagono, secondo cui migliaia di rinforzi si stanno riversando sul campo di battaglia, molti addestrati ed equipaggiati dall'occidente, e finora tenuti di riserva.

Il "nucleo" dell'attacco ucraino – come spiega a Fanpage.it il professor Gastone Breccia – è la direttrice che da Orikhiv conduce a Tokmak, distante una ventina di chilometri in direzione sud. E l'obiettivo è quello di interrompere il ponte terrestre tra la Crimea e il Donbass, infliggendo alla Russia una grave sconfitta sul piano strategico.

Gastone Breccia
Gastone Breccia

Professore, qual è la situazione sul campo di battaglia?

In questo momento stanno accadendo tre grosse cose in tre distinti settori del fronte. Partendo da nord, è in corso un'azione offensiva russa piuttosto importante. Non succedeva ormai da svariate settimane che Mosca riprendesse un'iniziativa di vasto respiro. L'attacco è stato lanciato da Svatove (sotto controllo russo) verso Borova, nel tentativo di arrivare al fiume Oskil che costituisce una linea difensiva importante per Kiev. Se Mosca riuscisse a conquistare Borova taglierebbe anche una strada molto importante per la logistica ucraina, la P-79, impiegata per spostare da nord a sud uomini e mezzi. Ebbene, ieri questa azione russa sembrava estremamente minacciosa, ma è notizia di stamattina che gli ucraini sono riusciti rintuzzarla e la situazione sarebbe ora sotto controllo. Tuttavia questo attacco è molto interessante: i russi hanno prodotto uno sforzo notevole in termini di uomini e mezzi, con un'importante ambizione strategica.

La direttrice dell'attacco russo di ieri: Svatove-Borova
La direttrice dell'attacco russo di ieri: Svatove-Borova

E come sta procedendo la controffensiva ucraina? Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha affermato che Kiev dispone ancora di "una serie di opzioni". Quali?

Sì. Gli ucraini stanno ancora insistendo nella zona di Backmut, anche se sfugge a tutti la rilevanza strategica di questa azione. Lì è in corso un vero e proprio tritacarne: gli ucraini hanno conquistato il villaggio di Klishchiivka e sono a un passo dall'isolamento di Backmut sia da nord che da sud, combattendo letteralmente casa per casa. Qui opera la Terza Brigata d'Assalto ucraina, uno dei fiori all'occhiello delle forze armate di Kiev, ma anche una delle brigate più "mediatiche", segno che si intende dare molta visibilità a questa battaglia che – come nei mesi scorsi – ha un peso soprattutto simbolico. C'è però un altro settore in cui si sta combattendo e che è decisamente molto importante, a sud di Zaporizhzhia.

È in questa zona che si sta combattendo la battaglia più importante dell'offensiva ucraina?

Sì, l'asse offensivo è quello che va dalla cittadina di Orikhiv a Tokmak, in direzione sud. Da tempo sostengo che proprio qui si decideranno le sorti dell'offensiva ucraina nelle prossime settimane. Le forze di Kiev ieri hanno aggirato il villaggio di Robotyne e lo stanno sopravanzando da est: se riusciranno a sfondare le linee difensive russe, abbondanti in quel settore, di fatto non incontreranno grossi ostacoli naturali fino a Tokmak, distante 22 chilometri e stra-fortificata. In ogni caso è questa direttrice strategica fondamentale per gli ucraini. Se prenderanno Tokmak – cosa tutt'altro che facile – saranno un passo dall'interrompere il ponte terrestre tra la Crimea e il Donbass. Sarà questa la battaglia decisiva della controffensiva ucraina nelle prossime settimane.

La direttrice offensiva Orikhiv - Tokmak
La direttrice offensiva Orikhiv – Tokmak

Secondo alcuni analisti militari, ma anche generali italiani, l'offensiva ucraina sarebbe in grande difficoltà. Lei è d'accordo?

Ne ho parlato in un recente articolo pubblicato su Limes: spiegavo che quella ucraina non sarebbe stata un'offensiva in stile Seconda Guerra Mondiale, con centinaia di carri armati lanciati all'assalto contro le linee nemiche. Le ragioni sono diverse: la prima è che la qualità della ricognizione aerea è ormai assoluta e non si sfugge gli "occhi" di droni e satelliti, quindi non è saggio ammassare numeri eccessivi di uomini e mezzi in un singolo punto del fronte. In secondo luogo, i russi hanno dispiegato una quantità eccezionale di campi minati, per cui occorre procedere sminando metro per metro. È soprattutto per questo che l'offensiva ucraina procede con grande lentezza. Ciò non toglie, comunque, che in una fase iniziale siano stati commessi gravi errori, dettati forse da un eccesso di fiducia nelle proprie forze. Ora è stata cambiata tattica: gli assalti vengono preceduti da massicci bombardamenti di artiglieria e sembra che si stia facendo un ampio utilizzo delle bombe a grappolo. Insomma, i generali hanno ragione a sostenere che l'offensiva ucraina sta avanzando con molta lentezza, ma dovrebbero aggiungere che fino ad oggi non sono state ancora utilizzate tutte le forze destinate ad ottenere un importante risultato strategico.

Significa che gli ucraini dispongono ancora di abbondanti riserve da "gettare nella mischia"?

Il grosso delle forze ucraine addestrate ed armate dall'Occidente non è ancora entrato in gioco, probabilmente perché non ci sono ancora le condizioni affinché ciò avvenga. Uno sfondamento a Tokmak, invece, potrebbe giustificare l'impiego di 7/8 brigate fresche, da concentrare in un settore specifico del fronte. Il problema è che il tipo di guerra che si sta combattendo è dominato dalla ricognizione aerea tramite droni, impedendo e rendendo molto dispendioso il concentramento di soldati e mezzi. Non mi aspetto, quindi, che Kiev utilizzi tutte le brigate di riserva di cui dispone in un solo settore.

Parliamo di droni. Perché sono così determinanti? Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha annunciato che oltre 40 aziende ucraine lavoreranno per realizzare migliaia di aerei senza pilota a fronte di un investimento statale di un miliardo di dollari.

Questi piccoli aerei, anche di uso comune, sono decisivi. Secondo fonti ucraine si stanno impiegando molti più droni che armi controcarro per neutralizzare i mezzi corazzati russi. Basti pensare che un Jevelin costa circa 80mila dollari, mentre un velivolo commerciale poche centinaia di dollari, oltre al costo della granata da sganciare sul carro armato nemico. L'efficacia spesso è simile. Insomma, usare droni è estremamente economico, soprattutto se si acquistano velivoli disponibili sul mercato comune. I droni sono indubbiamente la grande novità rivoluzionaria di questo conflitto. Un po' come l'artiglieria, che è tornata ad essere decisiva, la "regina delle battaglie". In questo momento gli ucraini stanno facendo esattamente quello che si diceva nella Grande Guerra: l'artiglieria conquista, la fanteria occupa. Anche se si tratta al momento di avanzate di poche centinaia di metri al giorno.

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