Dopo la morte di Bin Laden i talebani giurano vendetta
Dopo la notizia della morte di Osama Bin Laden, la minaccia di vendetta da parte dei suoi seguaci non si è fatta aspettare. I talebani hanno avvertito che la morte di Bin Laden non resterà impunita ed hanno già segnalato i loro prossimi obiettivi: i leader politici pakistani, incluso il presidente Asif Ali Zardari, l'esercito Pakistano e le installazioni statunitensi nei paesi asiatici. "Adesso i governanti del Pakistan, il loro esercito ed il presidente Zardari saranno il nostro primo obiettivo. Gli Stati Uniti il secondo" ha minacciato Ehsanullah Ehsan, un portavoce del Movimento Talebano del Pakistan, all'agenzia Reuters.
Di fatto, poche ore dopo l‘annuncio della morte di Bin Laden, una bomba è esplosa nei pressi di una moschea nel nord del Pakistan uccidendo una donna e tre bambini. I gruppi della Jihad islamica hanno urlato la loro rabbia minacciando gli Usa e il suo presidente: "Che Allah ti maledica, Obama. Americani, noi continueremo a sgozzarvi" si legge su dei siti della guerra santa islamica. Cresce intanto l'allarme attentati: alto lo stato d'allerta a Kabul dove le autorità afgane temono che i talebani afgani possano preparare un attentato per vendetta contro la capitale in qualsiasi momento. Il presidente dell'Afghanistan, Karzai ha espresso la sua soddisfazione per la morte del terrorista: "Bin Laden ha pagato per le sue azioni" affermando inoltre che "si tratta di un fatto importante e i talebani dovrebbero imparare da questa lezione".
Anche l'organizzazione palestinese Hamas ha evidenziato che si tratta di un "assassinio" del quale gli Stati Uniti dovranno rispondere, definendo Bin Laden "un guerriero arabo santo". "Consideriamo l'uccisione di Bin Laden come una continuazione della politica americana basata sull'oppressione e sullo spargimento di sangue arabo e musulmano" ha affermato Ismail Haniyeh, capo dell'amministrazione di Hamas nella Striscia di Gaza. Al contrario, Ghassan Al Jatib, portavoce del Governo palestinese in Cisgiordania (Al Fatah) crede che la morte di Osama sia "un fatto positivo che aiuterà la pace e la sicurezza nel mondo".
Pur riconoscendo la responsabilità di Bin Laden di aver diffuso divisione ed odio tra i popoli causando la morte di innumerevoli persone il Vaticano ha sottolineato: "Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini e spera e si impegna perchè ogni evento non sia occasione di una crescita ulteriore dell'odio, ma della pace".