Dopo i missili russi arriva a Kiev la prima carovana di aiuti umanitari dall’Italia: “Viaggio difficile”
Una buona notizia dall'Ucraina: è riuscita ad arrivare a Kiev, colpita duramente nei giorni scorsi dai missili russi, che hanno colpito anche un edificio residenziale provocando la morte di una persona, la Missione Safe Passage di Mediterranea Saving Humans. Si tratta del primo convoglio della società civile italiana, con aiuti umanitari per la popolazione ucraina, a riuscire ad arrivare nella Capitale dopo i bombardamenti di giovedì, in concomitanza con la visita del segretario generale ONU, Antonio Guterres.
I volontari dell'organizzazione di soccorso, attiva in mare come in terra a salvaguardia della vita umana e dei diritti delle persone, hanno iniziato le operazioni di scarico di oltre 5 tonnellate e mezzo di farmaci essenziali, cibo e altri generi di prima necessità che sono stati raccolti dal Comune di Bologna per la città gemellata di Kharkiv. Con i 6 van del convoglio, di cui quattro partiti da Roma, uno da Milano e uno dal Veneto, "abbiamo attraversato i sobborghi di Bucha e Iprin, martoriati dall'aggressione russa. Entrando a Kiev abbiamo trovato un'atmosfera surreale: i segni dei bombardamenti su diversi edifici, ma anche la ferma volontà di resistere, cercando di ripristinare una vita urbana normale", ha raccontato Sara Alawia, portavoce della Missione.
Il viaggio dall'Italia all'Ucraina non è stato affatto semplice ed una volta arrivati la situazione si è ulteriormente complicata. "Siamo partiti all'alba da Leopoli, seguendo un percorso di strade secondarie, tra cavalcavia bombardati e tratti sterrati nei boschi, senza comunicare all'esterno il nostro itinerario per evitare che la carovana potesse diventare un obiettivo sensibile."
"Speriamo che gli aiuti raccolti dalla Città di Bologna, – ha continuato Alawia – che stiamo consegnando nelle mani dell'Amministrazione di Kharkiv, possano essere un piccolo contributo al sollievo delle sofferenze di quella metropoli ormai semidistrutta dai bombardamenti che si sono ripetuti anche oggi. Nei prossimi giorni incontreremo qui Autorità civili e religiose e associazioni ucraine impegnate per i diritti umani e civili. E, soprattutto porteremo con noi verso l'Italia profughi, le persone più vulnerabili, senza alcuna discriminazione. Perché il nostro messaggio di pace è la solidarietà concreta con la popolazione aggredita".