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Dopo 63 anni in carcere rifiuta libertà condizionale: “Esco solo da innocente”

La storia dell’80enne Joseph Ligon, condannato all’ergastolo in Usa quando aveva solo 17 anni. Si è sempre proclamato innocente.
A cura di A. P.
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Nonostante abbia trascorso in carcere ben 63 anni della sua vita, quando gli hanno detto che poteva finalmente lasciare la sua cella ha detto di no preferendo rimanere nel penitenziario per ribadire la sua innocenza. È la storia di Joseph Ligon, un detenuto statunitense di ormai 80 anni entrato in carcere quando ne aveva solo 17 perché accusato e condannato all'ergastolo per due omicidi avvenuti a Philadelphia durante una violenta rissa tra bande di giovani.

Dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito in gennaio che i minori condannati all'ergastolo dovrebbero avere la possibilità di libertà condizionale, il suo caso era passato  al vaglio del Comitato per la grazia che aveva deciso per lui la libertà condizionale in modo da fargli scontare la restante pena in un struttura per anziani sotto controllo. Ligon però ha rifiutato preferendo rimanere in carcere e ribadendo la sua innocenza.

L'uomo ha spiegato di voler uscire dalla cella solo se proclamato innocente. L'ottantenne infatti ha sempre sostenuto di non essere stato lui ad uccidere i due ragazzi nella rissa. L'anziano ha ammesso che all'epoca faceva parte della banda e di essere stato coinvolto nella rissa ma ha sottolineato di aver accoltellato un altro ragazzo rimasto ferito e non i due uccisi. "Lui non vuole essere in libertà vigilata o condizionale. Vuole solo essere rilasciato perché innocente", hanno spiegato i legali di un'associazione che ha preso in carico il suo caso.

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