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Dopo 5 anni sarà libero il soldato Gilad Shalit, in cambio liberi 1000 palestinesi

Il governo israeliano di Benyamin Netanyahu ha siglato con i leader di Hamas un accordo con il quale verrà rilasciato dopo 5 anni di prigionia il soldato israeliano Gilad Shalit, in cambio della liberazione di circa 1000 militanti palestinesi.
A cura di Simona Saviano
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Gilad Shalit Schalit presto a casa, il governo israeliano ha firmato un accordo con Hamas

Catturato nel 2006 dai militanti di Hamas al confine con Gaza, il caporale israeliano Gilad Shalit prigioniero da ormai 5 anni è diventato ben presto un simbolo delle lotte tra Israele e l'opposizione palestinese; la causa per la liberazione di Gilad Shalit era così sentita che anche il Primo Ministro Benjamin Netanyahu lo scorso maggio in un suo discorso negli USA affermò che a suo parere tutto il mondo civile doveva unirsi e sostenere la causa: "Rilasciate Gilad Shalit". Nella giornata dell'11 ottobre il governo israeliano ha votato, con soli 3 voti contro, per l'approvazione di un accordo con i militanti di Hamas per la liberazione di un migliaio di detenuti palestinesi in cambio del rilascio del caporale.

Firmato lo storico accordo tra Israele e i leader di Hamas

Giunto l'accordo per la liberazione del soldato israeliano Gilad Schalit

Il governo israeliano e l'Autorità Nazionale Palestinese si sono accordati: il soldato israeliano Schalit sarà libero in cambio della scarcerazione di più di 1000 prigionieri palestinesi

Si chiuderà quindi una lunga pagina della storia del conflitto tra Israele e Palestina: l'accordo (in cui l'Egitto ha avuto un ruolo di mediazione) entrerà in vigore la settimana prossima; molto probabilmente il 25 enne Gilad Shalit verrà rilasciato in cambio della liberazione di un migliaio di militanti palestinesi: fino ad oggi il governo israeliano aveva sempre rifiutato qualsiasi accordo con Hamas sulla questione. Infatti alcune centinaia di detenuti palestinesi che si pensa verranno liberati stanno attualmente scontando una lunga pena a causa di attentati terroristici in cui sono morti diversi israeliani, inoltre Hamas aveva sempre chiesto che i palestinesi prigionieri potessero tornare nelle proprie abitazioni (Cisgiordania, Striscia di Gaza), mentre le autorità israeliane li vogliono in esilio.

“ Ho mantenuto la mia promessa e riporterò Gilad a casa ”
Benyamin Netanyahu
E mentre si può solo immaginare la gioia della famiglia di Shalit che ha sempre fatto in modo che le luci non calassero sul rapimento del proprio figlio (ad alcuni giornalisti che li hanno intervistati il padre Noam e la madre Aliva hanno affermato: "Non abbiamo parole per esprimere la nostra gioia, non vogliamo esprimere i nostri sentimenti fino a quando non avremo riabbracciato Gilad"), non si sprecano i commenti degli israeliani che duramente attaccano il governo per non essere riuscito, in 5 anni e con diverse operazioni militari (tra cui Operazione Piombo Fuso proprio nella Striscia di Gaza) a liberare il giovane con un blitz armato.

Saranno liberati e potranno far ritorno a casa solo un gruppo selezionato di prigionieri palestinesi: l'intelligence israeliana, lo Shin Bet, ha dichiarato che mentre alcuni esponenti di Hamas (sotto richiesta espressa del gruppo palestinese) saranno rilasciati, altri resteranno in prigione come Ahmed Saadat, Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e il leader di Fatah Marwan Barghouti, condannato a cinque ergastoli.

Una "vittoria" di Hamas nei confronti del governo di Netanyahu?

I palestinesi salutano con gioia la notizia della liberazione di Gilad Shalit

La notizia è stata salutata dai palestinesi come una grandissima vittoria; secondo le parole di uno dei leader di Hamas Fathi Hammad: "è una vittoria di tutti i combattenti che hanno catturato il sionista Shalit per liberare la terra di Palestina". Non è semplice capire i vincitori e i vinti in un accordo come questo: il governo israeliano ha forse fatto i conti con i propri limiti ed è dovuto venire a compromessi con un movimento come Hamas.

L'accordo è forse l'ennesimo fallimento per i palestinesi: proprio nelle settimane cruciali in cui il leader moderato Abu Mazen ha portato la questione del riconoscimento della Palestina all'ONU, una delle "storiche" intese tra Israele e Palestina viene siglata dal governo israeliano con il movimento più radicale sul territorio palestinese. Come al solito uno dei problemi principali per i palestinesi è la mancanza di un'unica voce, di un unico interlocutore, che sia chiaro a chiunque voglia intraprendere un cammino di pace con loro.

A ciò si aggiunge la paura del popolo israeliano con la futura liberazione (seppur scaglionata nei prossimi mesi) di alcune delle menti terroristiche più abili: il governo di Benyamin Netanyahu, dopo le rassicurazioni del capo del Mossad, ha garantito che Israele saprà far fronte a qualsiasi eventualità e attacchi diretti ai propri cittadini.

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