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Donne e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina vittime di trafficanti: “Almeno 1000 minori scomparsi”

Con l’inizio del conflitto armato in Ucraina almeno 3 milioni di persone hanno lasciato il Paese. Sul confine però aumenta il rischio di tratta di esseri umani ai danni di donne e bambini non accompagnati. Sono almeno 1000 i bimbi non accompagnati che risultano scomparsi dall’inizio del conflitto.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Le prime segnalazioni arrivano proprio da donne arrivate dall'Ucraina sul confine polacco. Quasi 3 milioni di persone hanno lasciato il Paese dallo scoppio della guerra con la Russia: la maggior parte dei profughi sono donne e bambini, maggiormente esposti al rischio di tratta di esseri umani. Secondo quanto riferito a Fanpage.it da Anna Dąbrowska, volontaria dell'associazione per i diritti umani Homo Faber che opera a Lublino, le donne arrivate sul confine dall'Ucraina vengono avvicinate nei pressi di punti di accoglienza con la promessa di un alloggio gratuito, un tetto sopra la testa e un lavoro. A contrastare il rischio di sfruttamento della prostituzione (anche minorile) sul territorio in Polonia, Romania e Moldavia, anche l'associazione internazionale La Strada, da sempre coinvolta nella lotta alla tratta di esseri umani. Suzanne Off lavora con l'organizzazione non governativa da diversi anni e dall'inizio della guerra con la Russia si occupa di assistere donne e bambini fuggiti dal conflitto. A Fanpage.it ha raccontato i rischi sempre maggiori di un vero e proprio commercio di esseri umani prelevati e rapiti nelle zone di confine.

Chi si occupa della sicurezza e dell'assistenza ai rifugiati sul confine polacco?

La polizia di frontiera gestisce chi arriva. Gli agenti forniscono anche informazioni sul rischio di traffico di esseri umani per evitare che le persone possano esserne vittima. Strutturalmente non sappiamo come avvenga questo processo: noi volontari collaboriamo per fornire assistenza e tenere al sicuro i profughi, ma non possiamo arrivare ovunque. Non sappiamo se alla frontiera di tutti i Paesi che comunicano con l'Ucraina siano fornite le dovute informazioni sulla tratta di esseri umani e le forze armate dispiegate per controllare i documenti dei privati cittadini che arrivano in auto per dare aiuto ai rifugiati sono molto poche. La sicurezza è stata rafforzata sui punti nevralgici dell'emergenza proprio per contrastare la tratta, ma gli sforzi non sono ancora sufficienti.

Cioè?

Ci sono diverse persone che affiancano volontari iscritti ad associazioni umanitarie e forze dell'ordine. Alcune si presentano come privati cittadini arrivati per "dare una mano" e non rilasciano dettagli sulle loro identità, altre invece arrivano anche con indosso divise militari presentandosi come "vigilantes". In entrambi i casi è difficile verificare che non si tratti invece di trafficanti di esseri umani che cercano di adescare donne o bambini comprando la loro fiducia. Dei trafficanti per ora sappiamo che nella maggioranza dei casi sono di sesso maschile: soltanto l'11% delle persone fermate perché coinvolte in questi crimini sono donne. Quasi sempre risiedono nel Paese che accoglie i rifugiati e sono coinvolti nel traffico di esseri umani sul territorio nazionale. Questa può essere un'indicazione utile alla prevenzione: molti, infatti, sono già noti alle forze dell'ordine. Ovviamente non si tratta di certezze assolute.

Quante segnalazioni di donne o bambini scomparsi avete ricevuto finora?

Fare delle stime su quanti bambini o quante donne siano scomparse è effettivamente difficile. Missing Children, che si occupa della tutela dei bimbi in Europa, ci ha detto proprio oggi che almeno 1.000 minori arrivati sul confine risultano scomparsi dall'inizio della guerra. Non sappiamo se siano effettivamente vittima di tratta. Potrebbero anche essersi persi nella concitazione della fuga.

Perché questi bambini arrivano da soli sul confine? Perdono le famiglie?

Molti partono da soli perché i genitori restano in Ucraina per assistere parenti anziani che non possono affrontare un viaggio. Altri invece partono insieme a un solo familiare. Chi inizia il viaggio con un uomo spesso rimane solo perché i cittadini di sesso maschile non possono lasciare il Paese. Per questo poi devono proseguire il percorso fino alla frontiera da soli. Chi riesce ad arrivare sano e salvo, rischia di essere la vittima perfetta per persone senza scrupoli che offrono un tetto sopra la testa, denaro o anche solo un passaggio.

Quali sono i servizi di assistenza messi in piedi per aiutare poi le vittime di traffico di esseri umani?

Sono ancora molto confusi, perché la situazione è caotica. Non riusciamo a raggiungere tutti e soprattutto non riusciamo a fare una prevenzione efficace su tutto il territorio, anche se le indicazioni fornite hanno portato all'arresto di alcuni trafficanti. Conosco personalmente il caso di diverse persone arrestate per aver offerto ai rifugiati aiuto in cambio di favori sessuali. Stiamo aiutando anche alcune vittime che attualmente si trovano in Romania, cerchiamo di organizzare le ricollocazione in primo luogo e poi di fornire loro aiuto con la lingua del Paese in cui arrivano, denaro, accesso a internet e un alloggio confortevole.

Esistono delle linee guida anti-tratta che i diversi Stati possono adottare sulle zone di confine?

Sì, l'Ocse ha condiviso alcune informazioni con i leader occidentali per la prevenzione del traffico di esseri umani. Tra le indicazioni fornite ci sono quelle per la creazione di helpline facilmente raggiungibili per segnalare disagi e la disponibilità nel procurare subito alle persone in arrivo beni di prima necessità come cibo, alloggio, vestiti, finanze per un breve periodo di tempo e accesso a internet. Molto importante anche il costante controllo delle piattaforme sulle quali circolano le informazioni per evitare la diffusione di fake news. In questo modo si evita che le persone possano cadere nelle mani di malintenzionati che dicono di voler offrire assistenza. Mi riferisco principalmente alla ricerca degli alloggi: bisogna fornire supporto ai rifugiati per impedire che si facciano ingannare da proposte che sembrano convenienti a chi è disperato, come per esempio un tetto sopra la testa gratuito in cambio di favori sessuali".

Quali sono le linee da seguire per l'assistenza ai bimbi non accompagnati invece?

Qui le cose si complicano, perché come sappiamo è molto difficile individuarli e raggiungerli. Molto spesso spariscono nell'indifferenza generale: i criminali riescono a intercettarli e portarli via senza che nessuno se ne accorga. I minori non accompagnati vanno seguiti costantemente nel loro processo di inserimento in un territorio straniero: sicuramente non parleranno la lingua e non hanno un riferimento che possa guidarli nella scelta di cosa è giusto e di cosa è sbagliato, per questo possono diventare prede perfette per i trafficanti di esseri umani. A loro va subito procurato un alloggio e assistenza psicologica per permettergli di adattarsi in una situazione estremamente precaria

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