Donald Trump risponde alle critiche: “Non sono razzista, e con la Corea colloqui in corso”
"Non sono razzista. Posso dirvi questo, sono la persona meno razzista che abbiate mai intervistato". A dirlo è stato il presidente statunitense Donald Trump rivolgendosi ieri ai giornalisti per rispondere alle accuse che gli sono piovute addosso da ogni parte dopo la frase sui "buchi di culo di Paesi da cui provengono gli immigrati", l'ennesima esternazione infelice del capo della Casa Bianca, una frase che ha messo in imbarazzo tutto il suo staff e il Partito Repubblicano.
Parlando nel suo golf club di Palm Beach, in Florida, dove ha cenato con il capogruppo repubblicano alla Camera, Kevin McCarthy, Donald Trump ha commentato anche la crisi coreana: "Vedremo che succede con la Corea del Nord, abbiamo grossi colloqui in corso. Le Olimpiadi di cui sapete. Molte cose possono accadere", ha sostenuto il presidente, che ha poi ha attribuito ai democratici la responsabilità della mancata intesa sul Daca, la norma che tutela i figli degli immigrati entrati clandestinamente negli Usa, i cosiddetti ‘dreamers': "Noi siamo pronti, intenzionati e capaci di fare un accordo sul Daca. Non credo che i democratici vogliano fare un accordo. La gente del Daca dovrebbe sapere che sono i democratici che non faranno un accordo".
Il Presidente USA è tornato inoltre sul falso allarme missile alle Hawaii, dopo le critiche ricevute per il suo prolungato silenzio. "E' stata una questione che riguarda lo stato delle Hawaii, hanno commesso un errore e si sono assunti la piena responsabilità. Speriamo non accada più e faremo in modo di risolvere il problema in modo che non ci sia gente troppo in allarme e coi nervi tesi". Il clamoroso falso allarme sul missile in arrivo sull'arcipelago del pacifico aveva gettato per quasi 40 minuti nel panico la popolazione hawaiana: in migliaia si erano convinti che quel razzo fosse stato lanciato dalla Corea del Nord.