Donald Trump escluso dalle primarie 2024 anche nel Maine: è il secondo Stato dopo il Colorado
Donald Trump è stato escluso dalle primarie del partito repubblicano anche nel Maine. Alcuni giorni fa la stessa cosa è successa in Colorado, dove la Corte Suprema statale ha dichiarato ‘ineleggibile' il tycoon.
Ora è stata la segretaria di Stato del Maine ed ex senatrice democratica Shenna Bellows a decidere di rimuovere Trump dalla lista dei candidati per le primarie in programma il 5 marzo 2024. Soltanto ieri era stata invece respinta una richiesta di esclusione di Trump dalle primarie in Michigan.
Perché Donald Trump è stato escluso dalle primarie nel Maine
Alla base della decisione presa nel Maine ci sarebbe, come accaduto anche in Colorado, la terza sezione del 14esimo emendamento che nega la possibilità di ricoprire un incarico pubblico a chi, dopo aver giurato sulla Costituzione degli Stati Uniti, abbia partecipato a una qualsiasi azione contro la Costituzione stessa.
E al momento ‘the Donald' è incriminato per il suo ruolo nell’assalto al Parlamento Usa del 6 gennaio 2021. In quell'occasione centinaia di suoi sostenitori entrarono nella sede del Congresso, a Washington, con l'intenzione di bloccare la certificazione della vittoria alle presidenziali di Joe Biden. Il 4 marzo inizierà il processo contro l'ex presidente Usa Trump.
Secondo quanto si legge nelle 34 pagine in cui Bellows spiega la sua decisione, Trump sarebbe stato "consapevole di delegittimare l’elezione democratica, e del caos che avrebbe provocato” e avrebbe inoltre “utilizzato una falsa narrazione sulla frode elettorale per fomentare i suoi sostenitori e spingerli verso il Campidoglio per evitare la certificazione dell’elezione 2020 e il pacifico trasferimento dei poteri”.
Il portavoce di Trump: "Tentativo di togliere diritti a un elettore"
Il team dell'ex presidente Usa ha già fatto sapere che presenterà un appello alla corte statale del Maine per “evitare che questa atroce decisione diventi effettiva”. In più, il portavoce del tycoon ha parlato della decisione come di un "tentativo di rubare un’elezione e di privare dei suoi diritti un elettore americano”.
A questo punto Bellows sospenderà il provvedimento fino al pronunciamento della corte ma, come spiega Repubblica, presto potrebbero essere i giudici supremi di Washington a prendere una decisione, valida per tutti gli Stati, sulla possibilità o meno di ammettere alle primarie un ex presidente coinvolto in un’insurrezione.