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Elezioni USA 2024

Donald Trump è ufficialmente eletto presidente degli Usa: a proclamarlo è Kamala Harris

Il Congresso degli Stati Uniti ha ratificato il risultato delle elezioni presidenziali di novembre 2024: Donald Trump ha ottenuto 312 voti dei grandi elettori, contro i 226 di Kamala Harris. Ad annunciarlo tra gli applausi dei Repubblicani è stata proprio la candidata democratica sconfitta, in quanto vicepresidente in carica.
A cura di Luca Pons
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Si avvicina l'entrata in carica di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti: la cerimonia di inaugurazione sarà il 20 gennaio. Nel frattempo però è arrivato un altro passaggio formale, che ha riservato una ‘beffa' per Kamala Harris, la candidata democratica sconfitta a novembre. Il Congresso ha dovuto ratificare il risultato del voto, che ha visto Trump trionfare in tutti gli Stati-chiave che erano considerati contesi. E ad annunciare il risultato ufficiale è stata proprio Harris, che è la vicepresidente in carica e quindi presidente del Senato. Una sorte toccata solamente ad altre quattro persone nella storia degli Stati Uniti.

Sono passati esattamente quattro anni dall'assalto a Capitol Hill, che il 6 gennaio 2021 vide migliaia di sostenitori di Trump tentare di evitare che il Congresso certificasse la vittoria di Joe Biden attaccando la sede del Parlamento. In quei giorni il tycoon continuava ad affermare che il risultato delle elezioni fosse truccato, cosa mai dimostrata in alcun modo – anzi, decine di cause legali sul tema sono state perse – e che tuttavia Trump non ha mai smesso di sostenere. La procedura, oggi, è stata decisamente più pacifica.

Negli Stati Uniti non c'è un sistema di elezione diretta, ma ogni Stato assegna al candidato presidente vincitore un certo numero di grandi elettori. Perciò, il passaggio di oggi prevedeva che il Congresso si riunisse per contare i voti elettorali raccolti dai candidati. Il risultato è stato netto: 312 per Donald Trump, 226 per Kamala Harris. A novembre, dopo settimane in cui era sembrato che l'esito del voto fosse piuttosto incerto, i cittadini statunitensi avevano scelto con convinzione Trump. Non solo il repubblicano aveva ottenuto la vittoria in tutti gli Stati-chiave (quelli considerati più in bilico, e quindi decisivi), ma aveva anche preso la maggioranza assoluta dei voti: una vittoria nel ‘voto popolare' che non aveva raggiunto nel 2016.

Harris, come detto, ha dovuto presiedere il conteggio. E ha dovuto annunciare al Congresso la propria sconfitta, tra gli applausi dei deputati repubblicani. Allo stesso tempo, ha anche ufficializzato l'elezione di J.D. Vance come vicepresidente degli Stati Uniti. "Oggi ho fatto quello che ho fatto per tutta la mia carriera: sostenere e difendere la Costituzione", ha poi detto ai giornalisti. "Credo fermamente che la democrazia americana sia forte quanto la nostra volontà di lottare per essa. Oggi è rimasta in piedi".

È un evento decisamente raro, anche se non unico nella storia. Infatti, perché si verifichi, è necessario che un partito scelga il vicepresidente in carica come candidato alle elezioni presidenziali, e che poi questo perda. Avvenne per la prima volta nel 1861, quando a vincere fu Abraham Lincoln – pochi mesi dopo sarebbe iniziata la guerra di secessione, proprio a seguito del risultato dell'elezione.

Esattamente cento anni dopo, Richard Nixon venne sconfitto da John F. Kennedy: fu lo stesso Nixon a presiedere la conta dei voti e annunciare la vittoria. Proprio Nixon, otto anni dopo, avrebbe vinto la presidenza. In quell'occasione a sfidare il repubblicano fu il vicepresidente democratico Hubert Humphrey, che a sua volta avrebbe dovuto ufficializzare il risultato, ma non partecipò perché doveva essere a un funerale. Infine, il caso più recente: quello di Al Gore, sconfitto dal 2000 da George W. Bush e costretto, all'inizio del 2001, ad annunciare ufficialmente la propria sconfitta.

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