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Donald Trump è davvero nei guai, dalla commissione della Camera via libera all’impeachment

L’impeachment di Trump è sempre più vicino: la commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti ha infatti dato il via libera alla messa in stato di accusa del Presidente, mentre cresce l’attesa per il voto finale dell’aula in programma la prossima settimana. Dalla Casa Bianca parlano di “una farsa disperata” dei democratici.
A cura di Ida Artiaco
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La commissione giustizia della Camera dei Rappresentati ha detto di sì all'impeachment, cioè della messa in stato di accusa, del presidente Donald Trump. Il voto in aula è previsto per la prossima settimana e potrebbe cambiare le sorti della Casa Bianca. Quello di oggi è un voto storico, che rende ufficialmente l'ex tycoon il terzo presidente a stelle e strisce ad essere accusato. La commissione ha votato prima l'articolo che contempla l'accusa di abuso di potere da parte di Trump, poi quello sull'accusa di ostruzione al Congresso, che erano stati ufficializzati nei giorni scorsi. I due articoli sono passati col voto della maggioranza dei democratici e il no dei repubblicani.

A mancare, dunque, è il voto definitivo dell'aula, che però appare scontato considerando che la Camera è a maggioranza dem. La prima reazione della Casa Bianca è affidata alla portavoce Stephanie Grisham, che ha parlato di "una farsa disperata" dei democratici e ha rimarcato che il presidente auspica un trattamento equo al Senato, che dovrebbe prendere in esame la questione all'inizio del prossimo anno. Al centro delle accuse rivolte al presidente Usa c'è il cosiddetto Ucrainagate, lo scandalo scoppiato lo scorso settembre quando è stata diffusa la trascrizione di una telefonata tra l'inquilino della Casa Bianca e il suo omologo ucraino Voldymyr Zelenski, avvenuta il 25 luglio, nel corso della quale Trump ha chiesto al suo interlocutore di contattare il ministro della giustizia Usa, William Barr, per discutere la possibile apertura di un'indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio Hunter. "Fammi questo favore – ha detto il presidente americano -. Qualunque cosa puoi fare, è importante che tu la faccia, se è possibile". In altre parole, Zelenskij avrebbe dovuto collaborare con l'avvocato personale del tycoon, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, e con il segretario alla giustizia, William Barr, per "guardare"sui Biden dal momento che "gli Stati Uniti fanno molto per l'Ucraina", molto più di quanto faccia l'Europa.

Dalle indagini alla Camera, infatti, sono emerse "prove schiaccianti e incontestabili, non ci ha lasciato altra scelta", aveva sottolineato nei giorni scorsi il presidente della commissione intelligence Adam Sxchiff che ha coordinato le indagini dei dem. "Ha cercato aiuto dall'Ucraina per i suoi interessi personali, essere rieletto, e non per il bene del Paese. E la sua cattiva condotta continua ancora in questi giorni", ha aggiunto. La palla ora passa nelle mani dell'aula, dove cresce l'attesa per il voto sull'impeachment della prossima settimana.

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