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Opinioni
Guerra in Ucraina

Discorso Putin, l’ex speechwriter: “Completamente fuori dalla realtà, in Russia lo sanno benissimo”

Il discorso di Putin era volto “a rassicurare il fronte interno, ma è stato fallimentare”, dice il suo ex collaboratore Gallyamov a Fanpage.it. Il messaggio all’Occidente, al di là della retorica, è che “la Russia può continuare la guerra all’infinito”.
Intervista a Abbas Gallyamov
Ex speechwriter di Putin
A cura di Riccardo Amati
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Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin
Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin
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“Nessuna escalation nucleare in vista” nonostante l’annuncio della sospensione del trattato New Start. Il discorso del presidente russo al Gostiny Dvor di Mosca davanti alle camere riunite del Parlamento ha solo “puntato a rassicurare il fronte interno che in Russia va tutto bene”. Senza riuscirci.

Perché Putin “è sempre più distaccato dalla realtà” e la sua audience lo sa benissimo. Per l’Occidente, invece, il messaggio è che il Cremlino è pronto a continuare la guerra in Ucraina “ancora molto a lungo”.

Il leader “non ha un piano B” ed è “sempre più probabile che scelga di nominarsi un successore” e di fargli vincere le elezioni del 2024. Abbas Gallyamov i discorsi di Putin un tempo li scriveva. Adesso commenta l’ultimo per Fanpage.it, collegato in videochiamata da Tel Aviv, dove vive dopo aver lasciato la Russia per motivi di sicurezza. Gallyamov è stato nel team presidenziale, come speechwriter, dal 2008 al 2010.

Il discorso di Putin a Mosca
Il discorso di Putin a Mosca

Putin annuncia che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato New Start, lunico sulla riduzione delle armi nucleari ancora esistente. La platea si alza in piedi e applaude. Lorologio dellApocalisse si è ulteriormente avvicinato alla mezzanotte?

Non sono un esperto di trattati sugli armamenti e non posso fare un commento “tecnico”. Ma per come era costruito il discorso non mi pare proprio che ci si trovi di fronte alla volontà di una escalation nucleare.

Perché, come era costruito il discorso? Che input ha dato il presidente ai suoi speechwriter, secondo lei che è del mestiere?

Semplicemente, il discorso era fatto per calmare la situazione, per dire che tutto va secondo i piani.

Ed è stato efficace, da questo punto di vista? Ha calmato il fronte interno?

Assolutamente no. Tutto quel che ha detto Putin era completamente fuori dalla realtà. E in Russia tutti lo sanno benissimo.

Come le è sembrato il clima in sala?

Facce lunghe, tristi. Ancor più del solito. I collaboratori del presidente erano tutt’altro che ottimisti, glielo posso garantire.

È sembrato che la maggior parte dei messaggi inviati nel discorso fosse diretto proprio alle élite della Russia.

Ha cercato di convincere che è tutto sotto controllo. Alla fine, cosa ha dimostrato è invece che le cose stanno andando nella direzione sbagliata. Ha dimostrato di aver perso la cognizione di quel che è reale e di quel che non lo è. Ha dimostrato che non ha un “piano B”. Chi si aspettava l’annuncio di qualche soluzione per i problemi che avvinghiano il Paese è rimasto certamente deluso. Nessun giro di boa. Nessuna politica nuova. Si continua col fallimentare “piano A” dell’"Operazione militare speciale", nonostante tutto. E così le rassicurazioni non hanno rassicurato nessuno.

Come interpreta lannuncio secondo cui i militari che combattono in Ucraina avranno almeno due settimane di licenza ogni sei mesi? Sembra significare che la guerra durerà a lungo.

Ha voluto dire che quel che sta avvenendo al momento continuerà nel futuro. Per molti anni. Sta cercando di “normalizzare” la guerra. Ma questa parte del discorso era rivolta soprattutto all’Occidente e all’Ucraina. “Meglio che siate voi a cessare le ostilità, perché noi siamo pronti a continuarle all’infinito”.

Una parte interessante del discorso è stata proprio quella sulle forze armate: Putin ha promesso miglioramenti tecnologici e organizzativi. E una miglior posizione sociale per i militari. Ha voluto rassicurare i falchiche criticano la condotta inefficiente della guerra?

Cerca di aumentare il grado di lealtà dei militari. Perché c’è un problema di lealtà nei confronti della politica. Prima di tutto, i militari stanno pagando un alto prezzo di sangue per la condotta sconsiderata delle operazioni in Ucraina. E la colpa la danno ai politici. In secondo luogo, hanno potuto constatare che il comandante in capo è tutt’altro che un vincente. Non è un leader così forte. Il rispetto nei confronti del presidente ne ha risentito parecchio. La sua legittimazione pure. Per questo ora parla di “promozione sociale” per i componenti delle forze armate.

Putin ha cercato di rassicurare anche il settore imprenditoriale e la popolazione

In modo analogo, ha pensato anche a loro. Gli imprenditori non devono temere alcuna minaccia, ha detto. E ha cercato di comprarsi la lealtà dei lavoratori annunciando un aumento del 20% del salario minimo.

Tra le altre cose, il presidente ha chiarito che si andrà regolarmente al voto nel 2024. Lipotesi di una cancellazione delle presidenziali per rimanere al potere senza il problema delle urne è definitivamente da accantonare?

Direi di sì. Altrimenti non avrebbe menzionato la cosa. Ogni dettaglio del discorso è ovviamente studiato a tavolino. Evidentemente ha capito che cancellare le elezioni sarebbe un errore. Non porterebbe ad alcun vantaggio strategico. A questo punto, una cosa che ritengo sempre più probabile è che Putin si scelga un successore per fargli vincere le elezioni del 2024 e ritirarsi almeno parzialmente e temporaneamente dalla scena. Questo è il suo piano, secondo me. Almeno se non riuscirà a ottenere una vittoria netta nella prossima offensiva in Ucraina. Vuole evitare scosse troppo radicali che potrebbero finire per portare a un colpo di stato. Le elezioni si faranno e le vincerà un candidato indicato da Putin.

E se Putin si ritirasse, la guerra potrebbe finire? Perché questa è proprio la guerra di Putin. Un successore potrebbe cercare di uscirne senza perder la faccia, al contrario del presidente che ha ordinato linvasione. O no?

Sì, certamente. Se sceglie un successore, e lo fa velocemente, prima che la disfatta diventi del tutto ovvia ed evidente, potrebbe però proprio far cadere la responsabilità di tutto sullo stesso successore. E poi, a guerra finita ma senza addosso la colpa della sconfitta, probabilmente tornerebbe al comando. Magari sull’onda di un nuovo voto popolare. Per guidare il Paese in una situazione diversa. Ci sarebbe certo un lungo periodo di “guerra fredda” con l’Occidente. Ma niente più scontri sul campo. Gli scenari che si aprirebbero con una eventuale “successione al trono” sono diversi. Però tutti potrebbero portare a una lenta normalizzazione dei rapporti internazionali della Russia. E credo che quella di una successione stia diventando davvero la scelta più probabile, per Putin.

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Giornalista e broadcaster. Corrispondente da Mosca a mezzo servizio (L'Espresso, Lettera 43 e altri - prima di Fanpage). Quindici anni tra Londra e New York con Bloomberg News e Bloomberg Tv, che mi inviano a una serie infinita di G8, Consigli europei e Opec meeting, e mi fanno dirigere il servizio italiano. Da giovane studio la politica internazionale, poi mi occupo di mostri e della peggio nera per tivù e quotidiani locali toscani, mi auto-invio nella Bosnia in guerra e durante un periodo faccio un po' di tutto per l'Ansa di Firenze. Grande chitarrista jazz incompreso.
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