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Direttore dell’FBI inviava lettere anonime a Martin Luther King per ricattarlo

Secondo un libro il direttore dell’Fbi detestava il leader della lotta contro le discriminazioni razziali e per questo lo intercettava in ogni luogo.
A cura di A. P.
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L'ex direttore dell'FBI J. Edgar Hoover avrebbe inviato lettere anonime a Martin Luther King in cui ricattandolo lo invitava al suicidio. A rivelarlo il libro “The Burglary: the Discovery of J. Edgar Hoover's Secret FBI” che racconta come gli uomini dell’Fbi odiassero il reverendo leader della lotta contro le disuguaglianze razziali in America. La Polizia federale statunitense guidata da Hoover classificò M.L. King come “il leader nero più pericoloso” e arrivò ad intercettarlo ovunque, a casa, al lavoro e nelle stanze d’albergo con l’obiettivo di distruggere lui e il suo lavoro. L’interesse e i controlli verso il leader nero aumentarono dopo il suo famoso discorso “I Have  a Dream” . L’Fbi, sempre secondo le rivelazioni fatte nel libro di Betty Medsger, era alla ricerca di un legame di M. L.King con il partito comunista, ma durante le intercettazioni scoprirono solo che il reverendo aveva delle relazioni extraconiugali.

L'invito al suicidio – Queste informazioni furono usate quando fu annunciato che M. L. King sarebbe stato il vincitore del Premio Nobel per la Pace. Il direttore  Hoover, infatti secondo l’autore del libro, decise di inviare un biglietto anonimo al leader della lotta contro le discriminazioni razziali  nel quale lo minacciava di divulgare dettagli sulla sua vita personale se l’uomo non si fosse ucciso. “Guardati nel tuo cuore. Tu sai di essere una frode, il male” sono alcune delle frasi scritte nel biglietto anonimo, dove Hoover aggiunge “C’è solo una cosa che puoi fare. Non c'è che una via d'uscita per te. È meglio farla finita prima che tutto il male venga fuori. Hai solo 34 giorni di tempo per farlo”.

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