“Dio non ama i prepotenti”, l’ultimo messaggio del piccolo Kian prima di essere ucciso in Iran
"Dio non ama i prepotenti", con questo versetto il piccolo Kian Pirfalak recitava il Corano in un video prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza iraniane a soli 9 anni in uno scontro a fuoco a Izeh, nella provincia del Khuzestan, la sera del 25 novembre scorso.
“I prepotenti saranno cacciati via dall'Iran” recitava il bimbo in un video, unendosi alle proteste contro il regime teocratico dopo l’assassino di Mahsa Amini. Il piccolo fu colpito proprio durante una di queste proteste di piazza mentre era in auto col padre.
La vettura fu colpita da diversi proiettili che non lasciarono scampo al bimbo e ferirono gravemente il padre che era finto in coma. L’uomo ha saputo del dramma del figlio solo nei giorni scorsi dopo essere stato informato dall’ospedale.
Intanto il regime continua a sostenere la tesi secondo la quale il bimbo è stato colpito durante uno scontro a fuoco tra polizia e “terroristi” e i media della Repubblica islamica parlano addirittura dell'Isis.
Quasi una settimana fa, le forze di sicurezza iraniane hanno affermato di aver ucciso e arrestato gli assassini di Kian Pirflek durante un'operazione armata in un villaggio vicino a Izeh.
La polizia ha rilasciato anche alcuni video della presunta confessione degli arrestati che secondo l'Iranian Human Rights Center, in realtà sono stati semplicemente torturati per estorcere loro false confessioni.
Ad un mese dalla morte del piccolo Kian Pirfalak intanto moltissimi hanno voluto commemorare e ricordare il bimbo pubblicando sui social innumerevoli commenti di condanna delle violenze della Repubblica islamica.
Proteste che però non sembrano impensierire il regime che tra continue vittime, anche tra i bimbi come la piccola Saha Etebari di 12 anni, continua ad annunciare iniziative di repressione.
"Non mostreremo misericordia per i nemici" ha detto il presidente iraniano Ebrahim Raisi, nel corso di una cerimonia, descrivendo le proteste antigovernative nel Paese come “un disturbo”.
Secondo l'agenzia di stampa iraniana degli attivisti per i diritti umani (Hrana) oltre cinuecento manifestanti hanno perso la vita durante le proteste in Iran, mentre il numero dei detenuti è compreso tra 14mila e 16mila.