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Dietrofront in Turchia: lo stupratore di bambine non verrà assolto se sposa la vittima

Dopo le proteste di piazza e sui social network, il primo ministro Yildirim ha annunciato che il partito di Erdogan ritirerà il ddl che prevedeva di abolire la condanna verso quanti commettono abusi sessuali su un minore, se sposano la loro vittima.
A cura di Biagio Chiariello
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Aveva generato un mare di polemiche in ogni parte del mondo la proposta di legge sul matrimonio delle “spose bambine” in Turchia presentata dal partito di governo, Akp, del presidente Recep Tayyip Erdogan. L’idea era quella di abolire la condanna verso quanti commettono abusi sessuali su un minore, se sposano la loro vittima. Alla fine il premier turco Binali Yildirim ha annunciato che l’Akp ritirerà il ddl, approvato giovedì in prima lettura in Parlamento, contro cui erano scese in piazza migliaia di persone a Istanbul. "Rimanderemo in Commissione il disegno di legge per raggiungere l'ampio consenso chiesto dal presidente e dare tempo ai partiti di opposizione di mettere a punto le loro proposte – ha detto il premier in una conferenza stampa a Istanbul -. La Commissione valuterà tutto ed esaminerà tutti gli aspetti. Una soluzione si troverà".

Le legge – che ha suscitato numerose critiche principalmente dall’’opposizione e dai gruppi per i diritti umani  – avrebbe consentito nozze riparatrici in caso di stupro di una bambina, anche al di sotto dei 16 anni, età minima consentita per le nozze. Nello specifico, la proposta, visionata da Reuters, avrebbe permesso che le pene per abusi sessuali commessi “senza forza, minaccia o inganno” prima del 16 novembre 2016 venissero posticipate a tempo indefinito se il responsabile del reato avesse preso in moglie la vittima. La misura doveva essere applicata una sola volta e con effetto retroattivo. La legge, come detto, era stata presentata dal Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) e motivata dall'intenzione di affrontare la questione dei matrimoni precoci. Il testo era passato in prima lettura giovedì scorso, ma in mancanza di 184 voti (un terzo dei seggi dell'assemblea) necessari per l'approvazione era stato rinviato ad una seconda lettura per oggi. Ma alla fine è stato ritirato.

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