Dieci tra i fatti più significativi del 2011: dal terremoto in Giappone alla primavera araba
Nell’attesa del 2012 che sta per arrivare ripercorriamo dieci dei grandi avvenimenti di un anno caratterizzato da mutamenti politici e culturali, da “global revolution”, da tragedie naturali sconfinate, da morti illustri, alcune delle quali arrivate troppo presto, e da grandi eventi mediatici.
La primavera araba
Il 2011 è stato un anno di grandi movimenti di rivolta che si sono susseguiti dalla Tunisia all’Egitto, dalla Libia alla Siria. Movimenti di protesta che si sono sviluppati con modalità nuove rispetto al passato e che hanno visto nei social network un alleato determinante. In Tunisia le rivolte hanno portato alle dimissioni di Ben Ali il 14 gennaio, in Egitto sarà Mubarak a lasciare la guida del Paese dopo una serie di scontri sanguinosi e gli egiziani arriveranno per la prima volta dopo una dittatura alle elezioni libere, mentre in Libia il regime si sgretolerà in seguito a un intervento militare della Nato e alla rivolta dei ribelli, che il 20 ottobre scorso, a Sirte, hanno ucciso Muammar Gheddafi. In questi Paesi il cambiamento è stato fortemente voluto e ha dimostrato quanto sia lungo e difficile il cammino che porta alla democrazia.
Il terremoto e lo tsunami in Giappone
Lo scorso 11 marzo un terremoto di magnitudo 9.0, il più potente mai verificatosi in Giappone e il quarto di sempre, ha colpito la regione di Tohoku, nel Giappone settentrionale e ha scatenato uno tsunami successivo con onde di 23 metri che ha provocato migliaia e migliaia di vittime. A un mese dall’evento, il bilancio da parte della National Police Agency giapponese era di 13.228 morti e 14.529 dispersi, per un totale di oltre 30000 vittime. Una tragedia che ha innescato l’allarme nucleare con la catastrofe nella centrale nucleare di Fukushima che ha sancito una crisi forse ancora più grave di quella di Chernobyl che ha costretto oltre 100mila persone all’evacuazione. Nel dicembre del 2011 il governo giapponese ha annunciato, dopo un lungo lavoro, la messa in sicurezza dei reattori e la fine dell’emergenza nucleare in Giappone.
Il matrimonio di William e Kate
Un grande evento mediatico del 2011 è stato il matrimonio reale d’Inghilterra: il 29 aprile il principe William, figlio di Carlo e Diana, e la fidanzata storica Kate Middleton si sono sposati nell’Abbazia di Westminster. Un “media event” che è stato accolto da una partecipazione massiccia e che per mesi ha occupato le copertine dei giornali. Circa due miliardi di persone hanno seguito la diretta della cerimonia in televisione per non parlare dell’attenzione dei social network. William e Kate sono diventati, col matrimonio, duca e duchessa di Cambridge.
La morte di Osama Bin Laden
Il 2 maggio, in Pakistan, le forze speciali della marina statunitense hanno scovato e ucciso, in seguito ad una lunga operazione dell’intelligence, lo sceicco del terrore Osama Bin Laden. Il capo di al-Qāʿida si trovava nei pressi di Abbottabad ed è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa. Un’azione militare condotta da una unità dei Navy Seal che ha portato alla morte, oltre che di Bin Laden, anche di altri membri del suo comando e della sua famiglia. L’evento è stato accolto favorevolmente dall’opinione pubblica americana che ha annunciato, nella figura del presidente Barack Obama, che giustizia era stata fatta. L’operazione è stata infatti definita un “successo formidabile” capace di trasmettere al terrorismo un messaggio chiaro e cioè che non importa quanto tempo possa occorrere ma giustizia sarà fatta.
La strage di Utoya
Il 22 luglio la Norvegia vive una giornata drammatica a causa di un uomo, un 32enne definito come un estremista cattolico e conservatore, che uccide 91 persone tra Oslo e l’isola di Utoya. Una tragedia incomprensibile che conta prima un’esplosione nel centro di Oslo e appena due ore dopo l’apocalisse sull’isola di Utoya dove Anders Behring Breivik, questo è il nome del folle omicida, vestito da poliziotto inizia a sparare contro i giovani riuniti per il meeting dei laburisti. Lo stesso Breivik, lo scorso 29 novembre, è stato giudicato da alcuni psichiatri “non in possesso delle facoltà mentali” il giorno della strage.
I movimenti degli indignados e Occupy Wall Street
Il 2011 è stato anche l’anno che ha visto nascere diversi movimenti spontanei di protesta contro il “sistema”. In America, nel settembre di quest’anno, nasce e diventa sempre più forte un gruppo che prende il nome di Occupy Wall Street: tanta gente, pacifica ma arrabbiata e soprattutto indignata che prende ispirazione dalle proteste della Spagna, della Grecia, dell’Egitto e della Siria. Si tratta di un gruppo di studenti, di insegnanti, di pensionati, di veterani di guerra, di disoccupati e di famiglie normali con qualche personaggio famoso, come il regista Michael Moore, presente in mezzo a loro. Al grido di “Noi siamo il 99%” reclamano giustizia e libertà dal sistema in un Paese dove il potere è solo nelle mani di un 1%. Alla fine del 2011 la loro protesta e il loro gruppo non si è sciolto ma, al contrario, continua e si espande in tanti altri Paesi, segno che qualcosa sta cambiando. Che i manifestanti siano i protagonisti dell'anno che sta per concludersi lo ha sancito anche il Time che ha incoronato "The Protester" come personaggio dell'anno.
Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono liberi
Il 2011 è stato anche l’anno che ha visto il capovolgimento di una condanna di primo grado per assassinio: la Corte d’Assise e d’appello di Perugia ha deciso che Amanda Knox e Raffaele Sollecito non sono gli assassini di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre del 2007. La sentenza è stata emessa il 3 ottobre in diretta televisiva ed è stata accolta da lacrime e urla di disapprovazione. Dopo 1400 giorni di reclusione i due ragazzi condannati in primo grado ritornano in libertà. Un caso che ha fatto tanto discutere, in Italia come in America, e che ha avuto una risonanza mediatica senza precedenti.
La morte di Steve Jobs
Il 5 ottobre muore il “padre della nuova era digitale”, il fondatore della Apple, Steve Jobs si spegne a soli 56 anni sconfitto da un tumore al pancreas. Una figura geniale, considerato tale da tutto il mondo della tecnologia e non solo. Con la sua morte viene dichiarata anche la fine di un’epoca, il suo famoso “Stay hungry, stay foolish”, è diventato il mantra del nuovo millennio, la sua mela morsicata è il simbolo dell’evoluzione inarrestabile della tecnologia. La commozione globale che ha accompagnato la sua scomparsa ha dimostrato quanto la tecnologia sia penetrata nel cuore stesso dell’umanità.
La morte di Marco Simoncelli
23 ottobre: una data che resterà nel cuore di tanti sportivi e non solo. È la data che registra la morte di un giovane campione, Marco Simoncelli, venuto a mancare in seguito a un incidente durante il Gran Premio di Malesia a Sepang. SuperSic taglia una curva in modo innaturale, la sua moto esce dalla pista e si scontra con quella di Edwards. L’impatto è devastante, il casco del campione viene spazzato via. Per lui non c’è scampo, muore a soli 24 anni. Per i suoi funerali, trasmessi in diretta televisiva, arrivano a Coriano 50mila persone.
La fine della missione americana in Iraq
Dopo otto anni di guerra, 4800 militari morti, oltre 100000 iracheni caduti nel corso di azioni violente, 800 miliardi di dollari spesi arriva, alla vigilia del nuovo anno, l’annuncio del Presidente americano Barack Obama. La missione Usa in Iraq si conclude ed entro il 31 dicembre tutti i militari americani ancora presenti nel Paese potranno far ritorno a casa: il presidente mantiene così una delle sue grandi promesse elettorali. Si conclude una guerra iniziata il 20 marzo del 2003 quando un’alleanza formata principalmente da uomini di Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Italia ed Australia invase l’Iraq, e che lascia dietro di sé non poche polemiche.