Dieci sacerdoti spagnoli sospesi per abusi su un minore, Papa Francesco infuriato
L’arcivescovo della diocesi spagnola di Granada, Francisco Javier Martínez Fernández, ha sospeso in via cautelare dal proprio ministero ben dieci sacerdoti, tutti accusati di aver abusato sessualmente di un minorenne. Il giovane, che oggi ha poco più di vent’anni, ha puntato il dito anche contro due laici e la procura di Granada ha aperto un fascicolo sul caso.
E’ stato lo stesso papa Francesco a spingere l’arcivescovo a prendere questa decisione dopo aver ricevuto una lettera di cinque pagine da parte del giovane, che gli chiedeva di intervenire per evitare possibili danni che altri ragazzi e ragazze avrebbero potuto soffrire. Il pontefice ha telefonato al giovane nelle scorse settimane e gli ha chiesto perdono a nome della Chiesa. E’ stato lo stesso ragazzo, che si chiama Daniel, a raccontare la telefonata, avvenuta lo scorso agosto. Gli è apparso sul display del cellulare un numero sconosciuto e lui ha risposto chiedendo chi fosse. “Buon pomeriggio figliolo, sono padre Jorge”. Il ragazzo ha detto di non conoscere nessun padre Jorge, e, dall’alto capo del telefono, Bergoglio ha risposto “beh, allora sono papa Francesco.” Il pontefice poi ha detto al suo interlocutore di aver riletto più volte la sua lettera e di essere molto arrabbiato ed addolorato per quanto accadutogli, chiarendo di aver dato precise disposizione affinché la Santa Sede si occupasse del caso.
L’arcivescovo di Granada ha annunciato negli scorsi giorni di aver fatto svolgere delle indagini sui dieci sacerdoti accusati dal ragazzo. Poiché sono stati riscontrati elementi a loro carico che confermano la versione di Daniel, la documentazione è stata girata sia alla Santa Sede che alle autorità civili. “Nel trattamento di questo caso – ha dichiarato monsignor Martìnez Fernàndez in una nota ufficiale – la diocesi ha seguito strettamente i principi della disciplina della Chiesa, che sono i seguenti: tolleranza zero con gli abusi e con coloro che li commettono; aiuti alle presunte vittime e, una volta provati i fatti, alle vittime se ci sono; cooperazione con le autorità nello stabilire la verità e la giustizia, in modo che tali condotte aberranti, che la Chiesa respinge e condanna, possano essere evitate e sradicate.” Tuttavia, la stampa spagnola fa notare che nessun provvedimento è stato finora preso nei confronti di laici che collaboravano con i sacerdoti sospesi e che non potevano non sapere cosa stesse accadendo.