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“Diamo un taglio all’avidità, non al verde”, in India abbracciano alberi per non farli abbattere

A Dehradun, in India, la manifestazione di protesta contro l’abbattimento di oltre 2mila alberi. Il governo vuole deforestare la zona per ampliare la corsia a scorrimento veloce della superstrada. Grandi e piccini ostacolano le operazioni e rivolgendosi alle istituzioni: “Niente verde, niente voti”.
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Centinaia di persone sono scese nelle strade di Dehradun, in India, per protestare contro l’abbattimento di oltre 2200 alberi. Giovani e più piccini hanno abbracciato i tronchi e, rivolgendosi alle istituzioni, hanno urlato in coro: "Diamo un taglio all'avidità, non al verde”. È successo la scorsa domenica, 26 settembre, ed è stata una rievocazione del movimento non violento “Chipko” degli anni '70.

Hanno abbracciato migliaia di alberi e ci hanno legato intorno i “muoli”, i nastri della tradizione indiana, a cui la popolazione attribuisce il simbolo della protezione. In questo modo si è svolta la manifestazione pacifista in India, dove gli alberi dovrebbero essere abbattuti per lasciare spazio a un ampliamento della superstrada di Dehradun. Hanno partecipato al corteo decine di associazioni ambientaliste, bambini di cinque, o sei anni e adulti di ogni estrazione sociale. Tutti uniti dallo stesso obiettivo chiaro: gli alberi restano dove sono. Il turismo può aspettare. La costruzione della nuova corsia a scorrimento veloce, infatti, avrebbe come obiettivo quello di incrementare il passaggio dei vacanzieri dalla capitale dello stato indiano dell’Uttarakhand.

Molti gli slogan di questa manifestazione come: “Cosa mostrerete ai turisti, le frane?”, oppure “Niente verde, niente voti”. Non è una novità che in India la popolazione scenda in piazza per manifestare il proprio dissenso verso i soprusi sull’ambiente. Proprio lo scorso anno, ad ottobre, sempre a Dehradun, è stato organizzato un corteo di protesta contro la decisione del governo indiano di abbattere 9mila alberi della riserva di elefanti di Shivalik. All’epoca l’obiettivo era quello di ingrandire l’aeroporto di Jolly Grant. Entrambe le manifestazioni sono chiaramente ispirate al movimento ecologista degli anni ’70 del secolo scorso, il “Chipko”. Il termine tradotto vuol dire “aggrapparsi” e indica l’usanza sviluppatasi nella zona dell'Himalaya di legarsi, in segno di protesta, agli alberi destinati a morte certa, durante le deforestazioni.

La protesta del "Chipko movement" nel 1973
La protesta del "Chipko movement" nel 1973
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