Desaparecidos, pubblicate le foto dei “voli della morte”
Dopo trenta anni delle importanti prove fotografiche riaprono la ferita dello sterminio dei "desaparecidos" argentini. A farle tornare alla luce è stata la Confederazione interamericana per i diritti umani, in possesso di scatti sui tristemente noti "voli della morte". L'occasione per riaprire il caso e cercare altre prove è stata l'inchiesta condotta dal governo argentino per una causa sulle modalità dello sterminio che lacerò l'Argentina dal 1976 al 1983.
Le foto sono in tutto centotrenta e verranno consegnate al governo come documenti utili all'inchiesta. Documenti non solo utili ma shoccanti visto ciò che ritraggono. Corpi con bruciature, segni di tortura, o intatti ma gonfi e lacerati da morsi di animali marini. Senza occhi e capelli, ma soprattutto senza la possibilità di potersi opporre alla morte. Le foto ritraggono le vittime delle torture e delle esecuzioni avvenute utilizzando i voli della morte.
Voli che partivano dal più impressionante centro di prigionia e tortura del regime militare, la Esma, Escuela mecanica de la Armada, Solo in quell'inferno sono state uccise dal regime circa cinquemila persone. Altri detenuti venivano caricati su gli aerei dopo essere stati narcotizzati nell'“Infermeria” della scuola, dopo averli convinti che sarebbero stati trasferiti in Patagonia. La realtà era tutt'altra. Dopo averli caricati sugli aerei, arrivati all'altezza del Rio de la Plata, venivano lanciati vivi, legati e narcotizzati nel fiume. Una fine senza scampo che trascinava molti corpi sulle rive uruguaiane del fiume.
Li furono scattate le foto venute alla luce da alcuni membri della delegazione della Confederazione per i diritti umani inviata lì dal presidente statunitense, Jimmy Carter, dopo le prime denunce per la strage dei desaparecidos. Le immagini fanno luce anche sul possibile accordo stipulato dalle dittature militari sudamericane riguardo l'eliminazione dei prigionieri, chiamato Plan Condor. Non solo foto ma anche dettagli anagrafici di alcune persone scomparse sono contenuti nel dossier che la Confederazione ha consegnato dopo trentadue anni al governo argentino che sta cercando ancora oggi di fare luce su una macchia indelebile della propria storia.