Denuncia la scomparsa della figlia di 10 anni, ma la polizia non fa nulla: trovata stuprata e uccisa
Farishta Mohmand, una bimba pakistana di 10 anni, è uscita il 15 maggio dalla sua casa a Chak Shahzad, un sobborgo di Islamabad. Non vi ha più fatto ritorno. Il padre ha denunciato subito la sua scomparsa alla polizia locale. Tuttavia, sono passati quattro giorni prima che gli agenti attivassero le ricerche. La notte del 20 maggio, il cadavere della piccola è stato ritrovato nei boschi di Chak Shadzad. Da quanto è emerso, Farishta, prima di essere uccisa, è stata violentata. Il brutale omicidio della bimba e il disinteresse della polizia hanno scatenato un’ondata di proteste nella capitale pakistana. Non sarebbe la prima volta, infatti, che le denunce di rapimento dei minori non vengono prese in considerazione dalle forze dell’ordine.
Farishta aveva avvertito i genitori che sarebbe uscita per andare a giocare con le amiche, nel quartiere popolare di Shahzad Town, alla periferia est di Islamabad. Di fronte alla sua assenza, il padre della bimba, Gul Nabi, si è recato subito al commissariato locale per denunciarne la scomparsa. La polizia, però, non ha considerato seriamente l’allarme del padre. Nabi, allora, ha contattato alcuni politici locali per chiedere il loro intervento. E’ stato solo in quel momento che gli agenti si sono decisi a ricercare Farishta: quattro giorni dopo il suo rapimento. Lunedì scorso è avvenuta la tragica scoperta del corpo senza vita della bimba poco distante dal luogo della sua scomparsa. Secondo quanto ha dichiarato la polizia, Farishta è stata stuprata prima di essere uccisa.
La morte della bambina di 10 anni ha scioccato il Pakistan e in migliaia sono scesi in strada nella capitale per protestare contro l’azione della polizia. E sui social in molti chiedono giustizia per piccola e una pena esemplare per i colpevoli.
“Farishta è andata a giocare e non è più tornata a casa – scrive Nazia Memon, una giornalista pakistana – all'inizio la polizia si è rifiutata di aiutare e ha ritardato le ricerche. Dopo cinque giorni il suo corpo è stato ritrovato nei boschi […]. Non è possibile immaginare l’angoscia di un genitore”.
Su Twitter, inoltre, non mancano le critiche contro le autorità. “In un sistema efficace, la polizia avrebbe dovuto registrare la denuncia dei genitori della bambina; ritrovare lei e i rapitori e impedito il suo stupro e omicidio. Invece no, anche l'ospedale non eseguirà un'autopsia dopo tutto quello che è successo”, è il tweet di Usama Khilji, attivista ed editorialista del quotidiano Dawn.
Dopo la morte di Farishta, il ministro degli Interni, Ijaz Ahmed Shah Took, ha chiesto le dimissioni del capo della polizia di Chak Shadzad e ha assicurato che i colpevoli saranno consegnati alla giustizia. Poco dopo le dichiarazioni del ministro, le forze dell’ordine pakistane hanno arrestato due persone sospettate di essere gli autori del rapimento, stupro e omicidio della piccola.
In Pakistan, non è la prima volta che dei minori vengono sequestrati e ritrovati barbaramente uccisi. Sahil, un’organizzazione pakistana per la protezione dell'infanzia, riporta i “numeri crudeli” delle violenze ai bambini nel Paese Asiatico: oltre 3.800 abusi e 92 omicidi nel solo 2018. Come quello di Zainab Ansari, una bimba di 6 anni, violentata e assassinata nel gennaio scorso in circostanze simili a quelle di Farishta. Il responsabile, Imran Ali, dopo il suo arresto aveva confessato di aver ucciso almeno altre nove bambine. E’ stato impiccato il 17 ottobre 2018 nel carcere di Lahore. E solo pochi mesi fa, un altro caso aveva commosso il Pakistan quando Fayal, di soli tre anni, era stata stuprata e uccisa ad Abotadad.