video suggerito
video suggerito
Opinioni

Del perché adesso “tutti amano Mario Monti”

Continua il pressing per spingere Mario Monti ad accettare la candidatura alle prossime elezioni politiche. Ma è davvero normale una simile “ingerenza” da parte dei Governi europei? E che senso ha l’apertura di Berlusconi?
536 CONDIVISIONI
Monti-Merkel-politiche

Fare come Monti, dopo Monti, con o senza Monti. Da mesi è abbastanza chiaro che il prossimo esecutivo si troverà necessariamente a fare i conti con un percorso già disegnato, con impegni da onorare e compromessi da sottoscrivere, riforme da attuare e rigore da riproporre. Difficile slegarsi da questa considerazione di fondo, ma soprattutto difficile immaginare di invertire la rotta a breve termine. Insomma, che non sia lecito attendersi cambiamenti epocali o svolte clamorose dovrebbe essere cosa scontata, praticamente un dato di fatto. E, al di là della propaganda di facciata (che risponde evidentemente a calcoli pre – elettorali) è la quasi totalità delle forze politiche a condividere questa impostazione. Eppure, dopo lo strappo di Monti (a dire la verità non chiarissimo, almeno dal punto di vista della tempistica) a dividere la politica è la possibilità che sia il professore a guidare il Governo anche nella prossima legislatura.

A spingere in questa direzione sono soprattutto le "istituzioni" ed i Governi dell'Unione Europea, con endorsements e sollecitazioni che aprono alcuni interrogativi di grande rilevanza. Ne parla Michele Brambilla su La Stampa, con una considerazione che ci sentiamo di sottoscrivere:

Due cose non s'erano mai viste in una campagna elettorale. Non s'era mai vista una così esplicita ingerenza (chiamiamo le cose con il loro nome) estera sul voto italiano e non s'era mai visto il leader di un partito che indica come candidato premier il premier che ha appena sfiduciato.

Del resto che Monti sia giudicato da gran parte dei leader europei l'interlocutore più affidabile è cosa abbastanza palese, per una serie di ragioni di diverso tipo. Dal fronte dei "non completamente allineati" alla Germania, di quelli cioè che reputano Monti un prezioso alleato "per far capire ai tedeschi che non hanno sempre ragione loro", fino ad arrivare alla stessa cancelliera Merkel. La leader della CDU, in effetti, sa benissimo che un rafforzamento dell'asse Monti – Hollande potrebbe comportare una diminuzione del peso politico tedesco all'interno dell'Unione, ma realisticamente non ha moltissime alternative. Del resto, il Partito Popolare Europeo non è nelle "condizioni" di sostenere il nuovo tuffo di Berlusconi e i cristiano democratici tedeschi (che all'epoca furono i principali sponsor dell'ingresso delle truppe di Silvio nel Ppe) preferirebbero di gran lunga presentarsi alle elezioni federali di settembre 2013, avendo "blindato" una conferma del centro – destra in Italia grazie alla rassicurante figura del Professore. Discorso in parte simile per Hollande, che si è lasciato sfuggire un mezzo endorsement nei confronti di Monti che non avrà certamente tranquillizzato Bersani (e l'intervista di D'Alema al Corriere di oggi suonava come un tentativo di mettere un argine alla "febbre montiana" che rischia di contagiare anche il Pse).

Cosa nasconde la "confusione" di Berlusconi? – Mettendo da parte l'ipotesi di una reale incertezza sulle decisioni da prendere e provando a tirare le somme delle evidenti contraddizioni con cui si è manifestato il Berlusconi – pensiero alla conferenza stampa di Vespa (in sostanza ha prospettato 5 scenari diversi in meno di un'ora…), restano alcune certezze granitiche, o quasi. Il Cavaliere non poteva in effetti prevedere in alcun modo che le cose si sarebbero messe così male, sotto ogni punto di vista. A cominciare dal consenso popolare, con i sondaggi che hanno evidenziato solo minimi spostamenti dopo l'annuncio del suo "ritorno", peraltro accorto con "freddezza" anche all'interno del PDL (tra "ribelli" e scissioni più o meno certe). Anche la Lega poi sembra fare i capricci: d'altra parte Maroni ha investito parte della sua credibilità nella polemica con la passata esperienza di Governo e potrebbe accettare un compromesso solo con determinate garanzie (Lombardia e blindatura di Cota e Zaia).

Sul versante internazionale la situazione è ancora peggiore, con il Cavaliere che è ospite indesiderato finanche tra i popolari. Così ora non ha che una sola strada, peraltro la solita. Sparare nel mucchio, "trollare" e innescare la solita confusione organizzata, alzando una nebbia che omogeneizzi provocazioni e alternative di senso, bugie e scenari alternativi. Silvio infatti sa benissimo che Monti non accetterebbe mai di guidare una coalizione di centrodestra che comprenda Berlusconi, Casini, Fini e magari anche Storace. Men che mai accetterà di dimettersi "rinunciando allo scudo consegnatogli dal Capo dello Stato con l'intento di metterlo al riparo da campagne elettorali, giochi di parte, maggioranze vincolanti, solo per guidare una lista alla quale vorrebbero aderire Alemanno e Bertolini, Malgieri e Mantovano" (come scrive Manfellotto su L'Espresso). E allo stesso tempo Silvio sa che né Montezemolo né Casini rischierebbero in prima persona un flop clamoroso alle politiche con l'incubo di rimanere fuori al Senato e di non poter recitare la parte di "ago della bilancia" nella prossima legislatura. E dunque, come impedire l'operazione "ricostruzione fronte dei moderati" se non provando a mettere il cappello all'investitura di Monti e ostacolando dunque una eventuale Lista Monti, anche senza il diretto impegno del Professore? Il tutto con un solo obiettivo: cercare un "pareggio sostanziale" (magari al Senato) per riuscire ad essere nuovamente determinante anche nella prossima legislatura. Certo, nel mezzo ci sarebbe una crisi economica senza precedenti ed il futuro di milioni di italiani. Ma questo sembra un "tema minore".

536 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views