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Covid 19

Defender Europe 20, oltre 20mila soldati americani sbarcano in Europa, ma il Coronavirus non c’entra

Mentre tutta Europa è impegnata a contenere la diffusione del Covid-19, oltre 20mila soldati Usa stanno arrivando nel Vecchio Continente per partecipare alla maxi esercitazione Defender Europe 20. Le truppe americane non saranno tenute ad indossare le mascherine e a seguire le prescrizioni di sicurezza imposte dai vari Stati europei. “Stiamo monitorando il Coronavirus e al momento non vi sono soldati statunitensi, familiari o impiegati civili infetti”, assicura il comando Usa.
A cura di Mirko Bellis
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Militari Usa impegnati in un'esercitazione a Stoccarda, Germania (Jason Johnston/US Army)
Militari Usa impegnati in un'esercitazione a Stoccarda, Germania (Jason Johnston/US Army)
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In piena emergenza Coronavirus, con tutti i Paesi impegnati a contenere la diffusione del contagio, 20mila soldati statunitensi stanno arrivando in Europa per partecipare alla maxi esercitazione Defender Europe 20. Si tratta del maggior dispiegamento di forze Usa nel Vecchio Continente degli ultimi 25 anni. Alle truppe che stanno sbarcando in questi giorni – il primo contingente è arrivato nei giorni scorsi al porto tedesco di Bremerhaven – si aggiungeranno circa 10mila militari americani già di stanza nelle varie basi europee. Alle manovre parteciperanno altri 7.000 soldati di 18 Paesi membri e partner della Nato tra cui l’Italia. L’obiettivo di Defender Europe 20, si legge nel sito del Comando Usa in Europa (US Army in Europe), è “accrescere la capacità di dispiegare rapidamente una grande forza di combattimento dagli Stati uniti in Europa, per rispondere a potenziali crisi”.

Soldati Usa sbarcano nel porto di Bremerhaven il 5 marzo scorso (Gettyimages)
Soldati Usa sbarcano nel porto di Bremerhaven il 5 marzo scorso (Gettyimages)

Defender Europe 20 si svolgerà nei prossimi mesi in sette nazioni europee – Belgio, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia – dove sono stati segnalati casi di Covid-19. Come se non bastasse, le truppe statunitensi provengono da Stati dove sono stati riportati casi di ammalati da Coronavirus. E, mentre in tutta Europa sta adottando misure sempre più drastiche per riuscire a contenere il contagio, per i militari Usa non sono previste misure di contenimento o di isolamento. “Al momento, non vi sono soldati statunitensi, familiari o impiegati civili infetti e il virus non ha influito sull'esecuzione di Defender Europe 20”, hanno assicurato i vertici del Pentagono. “L’esercito Usa in Europa sta monitorando attentamente il Covid-19 (Coronavirus) – ha chiarito il generale Andrew Rohling, vice comandante delle forze Usa in Europa – e stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri partner delle nazioni ospitanti per prevenire la diffusione di questo virus”.

Per i militari Usa impegnati nell'esercitazione Defender Europe 20 non sono previste misure di protezione dal coronavirus (US Army)
Per i militari Usa impegnati nell'esercitazione Defender Europe 20 non sono previste misure di protezione dal coronavirus (US Army)

Dal 21 febbraio fino a fine maggio – questa la durata delle esercitazioni – migliaia di militari circoleranno liberamente per l’Europa, e in particolare tra Germania, Polonia e Repubbliche baltiche. Lo US Army Europe, infatti, ha comunicato che i soldati americani: “si spargeranno attraverso la regione europea” per “proteggere l’Europa da qualsiasi potenziale minaccia”. Nei giorni scorsi, il generale Rohling, parlando delle manovre previste da Defender Europe 20, ha ribadito: “Come suggerisce il nome, le esercitazioni sono di natura difensiva. Non sono dirette verso alcun Paese o minaccia specifica”. Tuttavia, il massiccio dispiegamento di uomini e mezzi nell’Est Europa, verso i confini con la Russia, è un indizio abbastanza chiaro di quale sia questa potenziale minaccia.

È chiaro che Defender Europe 20 era stata prevista prima che scoppiasse l’epidemia di Coronavirus. In questo momento, però, in Europa la vera minaccia è rappresentata dal Covid-19, un virus che ha già ucciso migliaia di persone in tutto il mondo. Un’infezione, conviene ricordare, che verrà sconfitta solo grazie al duro lavoro di medici e scienziati piuttosto che con i mezzi corazzati e l’artiglieria.

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