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Covid 19

Defender Europe 20 dietrofront: forte riduzione delle truppe Usa per Coronavirus. Generale positivo

“Alla luce dell’attuale epidemia di coronavirus, abbiamo deciso di ridurre il numero di soldati statunitensi alle esercitazioni Defender Europe 20”. Dietrofront dei vertici militari Usa sulla maxi manovra militare Nato prevista nei prossimi mesi nel Vecchio Continente. Positivo al coronavirus anche il generale Christopher G. Cavoli, comandante dell’esercito Usa in Europa.
A cura di Mirko Bellis
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Un carro armato Abrams e alcuni soldati Usa sbarcati al porto tedesco di Bremerhaven per partecipare a Defender Europe 20 (Gettyimages)
Un carro armato Abrams e alcuni soldati Usa sbarcati al porto tedesco di Bremerhaven per partecipare a Defender Europe 20 (Gettyimages)
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Il Pentagono, a causa della pandemia da Coronavirus, ha annunciato una parziale riduzione delle proprie truppe che avrebbero dovuto partecipare a Defender Europe 20, la maxi esercitazione militare prevista nel Vecchio continente  nei prossimi mesi. “Dopo un'attenta revisione delle attività in corso e alla luce dell'attuale epidemia di coronavirus – la decisione dei vertici militari Usa – modificheremo le esercitazioni riducendo il numero di partecipanti statunitensi”.

Si tratta di un vero e proprio dietrofront da parte del comando americano in Europa, dopo le rassicurazioni dei giorni scorsi. Le manovre militari, il maggior dispiegamento di forze Usa in suolo europeo degli ultimi 25 anni, prevedevano la presenza di almeno 30mila soldati a stelle e strisce. “La protezione della salute delle nostre forze – si legge in una nota del US Army in Europe – e quella dei nostri alleati e partner è una delle principali preoccupazioni. Prendiamo sul serio l'epidemia di Coronavirus e siamo fiduciosi che, con questa importante decisione, continueremo a fare la nostra parte per prevenire l'ulteriore diffusione del virus”.

Il generale Christopher G. Cavoli positivo al coronavirus

“Il comandante di U.S. Army Europe, generale Christopher G. Cavoli, insieme a diversi membri del suo staff, potrebbe essere stato esposto a Covid-19”, fa sapere il Pentagono. “Seguendo i protocolli previsti – precisa la nota diffusa da Washington – Cavoli e gli altri sono in quarantena volontaria pur mantenendo da remoto le loro responsabilità di comando”. “L'Istituto di ricerca dell'esercito Walter Reed e il comando di ricerca e sviluppo medico dell'esercito americano – concludono i militari Usa – stanno lavorando per controllare, contenere e prevenire il virus. L'esercito degli Stati Uniti ha ricercatori e tecnologie all'avanguardia che stanno aiutando a sviluppare misure e trattamenti preventivi”.

Anche un impiegato civile della guarnigione Bavaria, di stanza in Germania, è risultato positivo al Covid-19. Attualmente, fanno sapere le autorità militari statunitensi, l’uomo si trova ricoverato presso una struttura medica e l’esercito Usa sta rintracciando tutte le persone con cui il dipendente avrebbe potuto avere contatti nelle ultime due settimane. “La nostra priorità è mantenere la salute e la sicurezza del nostro personale e dei membri delle loro famiglie – ha affermato il colonnello Adam Boyd, comandante della guarigione – adottando nel contempo misure di protezione e continuando a lavorare con i nostri partner della nazione ospitante per prevenire la diffusione del contagio”.

Anche Norvegia e Finlandia via dalle manovre Nato

La Norvegia ha deciso di annullare, a causa del coronavirus, la sua partecipazione ad una manovra militare in ambito Nato prevista nel Nord Europa. “Dopo un’attenta considerazione e discussione con gli alleati e i partecipanti dei partner, le autorità norvegesi hanno preso la decisione di annullare il resto dell'esercitazione Cold Response 20. La decisione è una misura precauzionale in risposta allo scoppio del COVID-19 con l’obiettivo di proteggere la salute e la sicurezza di tutti i partecipanti e della popolazione locale”. Anche la Finlandia, nei giorni scorsi, aveva già annunciato che avrebbe cessato di partecipare all'esercitazione militare dovuto al timore del coronavirus.

Oltre a quelli già di stanza in Europa, avrebbero dovuto partecipare a Defender Europe, 20mila soldati americani. Nei giorni scorsi, i primi contingenti stavano arrivando dagli Usa nei porti di Belgio e Germania. Molti dei militari provengono da Stati in cui già sono stati riportati casi di infetti da coronavirus. Il rischio che la loro presenza contribuisse alla diffusione del contagio era stato scartato dal Pentagono solo pochi giorni fa. “Al momento, non vi sono soldati statunitensi, familiari o impiegati civili infetti e il virus non ha influito sull'esecuzione di Defender Europe 20”, aveva assicurato il comando Usa in Europa.

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