Decine di voli a rischio, cosa succede a Londra e perché le compagnie aeree sono furiose
Sta assumendo i contorni di un vero e proprio scontro diretto quello tra le compagnie aeree e le società di gestione degli aeroporti inglesi dopo la decisione di queste ultime di ridurre drasticamente il numero di arrivi e partenze degli aerei nel pieno della stagione estiva.
Il primo aeroporto a ridurre il numero di slot a disposizione delle compagnie è stato quello di Gatwick a Londra, interessando per lo più compagnie low cost, ma ora lo stesso provvedimento lo ha imposto anche il più prestigioso scalo londinese di Heathrow, il più grande aeroporto del Regno Unito, scatenando le proteste delle maggiori compagnie aeree tra cui Emirates.
La compagnia degli Emirati Arabi non ha usato mezzi termini e accusato pubblicamente i gestori di Heathrow di incompetenza, inazione e disprezzo per i clienti.
Emirates ha affermato che l'aeroporto ora affronta una situazione da “armageddon” a causa di incompetenza e non azione definendo la mossa di ridurre i voli "irragionevole e inaccettabile".
Emirates ritiene che un taglio dei voli diventa economicamente insostenibile mentre Heathrow, che ha limitato il numero di passeggeri a 100mila al giorno durante l'estate, ha detto che non aveva altra scelta che mettere un limite ai viaggiatori.
Ma da dove parte il problema? A pesare sul trasporto aereo è la mancanza di personale che ha colpito le società di gestione degli scali dopo la pandemia covid. Il problema è che l'industria dei viaggi e del trasporto aereo è stata devastata durante la pandemia, portando a licenziamenti di massa che ora si fanno sentire con mancanza di personale, in particolare quello di terra.
Non si è trovata una soluzione in tempo in un settore dove il personale va formato e così si è deciso un drastico taglio al numero di voli e passeggeri per evitare ritardi e cancellazioni che si stavano diventando sempre di più. Prima della pandemia, dall'aeroporto partivano fino a 125.000 persone al giorno. Il limite al numero di passeggeri sarà in vigore da ora fino all'11 settembre.
"Per mesi abbiamo chiesto alle compagnie aeree di aiutarci a elaborare un piano per risolvere le loro sfide in termini di risorse, ma non erano disponibili piani chiari e ogni giorno che passava il problema è peggiorato", ha affermato il più grande aeroporto del Regno Unito.
Emirates ha detto che sono state concesse 36 ore per ridurre il numero di passeggeri in partenza, e quindi i voli, con minacciata di azioni legali in caso contrario ma ha assicurato di non voler rispettare la richiesta.
"Vogliono costringere Emirates a negare i posti a decine di migliaia di viaggiatori che hanno pagato e prenotato mesi prima i loro tanto attesi pacchetti vacanze o viaggi per vedere i loro cari", ha affermato la compagnia aerea.
L'aeroporto ha affermato che il problema è la mancanza di squadre di assistenza a terra delle compagnie aeree che "hanno risorse solo fino al 70% della capacità per soddisfare la domanda di passeggeri che è tornata all'80-85% dei livelli pre-pandemia". Emirates però ha affermato che il suo personale di assistenza a terra e catering è "pienamente pronto e in grado" di gestire i suoi voli di linea, sostenendo che "il nocciolo della questione risiede nei servizi e nei sistemi centrali che sono responsabilità dell'operatore aeroportuale".
Critiche all’aeroporto sono arrivare anche da British Airways che già ha ridotto il suo programma estivo di voli. Spostarsi su altri scali non appare nemmeno possibile visto che quelli attrezzati per i grandi aerei strano tagliando a loro volta rischiando dimettere in crisi le vacanze di molti turisti.