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Decapita un ragazzo che aveva molestato la fidanzata: 16enne andrà in carcere per 6 anni

Il brutale omicidio in Russia: un ragazzo ha ucciso e decapitato un amico di 19, accusato di aver molestato la sua fidanzata durante una festa. Poi, come “pegno d’amore”, ha anche portato la testa della vittima alla fidanzata.
A cura di S. P.
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A pochi mesi da un brutale omicidio avvenuto in Russia un ragazzo di sedici anni, accusato del delitto, è stato condannato a soli sei anni e dieci mesi di reclusione e a risarcire economicamente la famiglia della vittima. Una sentenza che fa discutere perché ritenuta troppo mite soprattutto considerando la ferocia dell'omicidio che ha sconvolto la comunità locale. Il ragazzo condannato è Nikita Rasskazov, un sedicenne descritto da tutti per il suo temperamento dolce e mite. Il giovane ha ucciso e decapitato il suo amico Artyom Shustov, un diciannovenne accusato dalla fidanzata di Nikita di averla molestata durante una festa. Non solo: dopo il brutale omicidio l’adolescente ha anche consegnato la testa dell'aggressore alla fidanzata, la diciassettenne Olena Matsneva, in segno di vendetta e come pegno del suo amore.

Ucciso e decapitato perché accusato di aver molestato la fidanzata – Secondo il racconto della ragazza, dopo aver rifiutato le avance di Shustov durante una festa lui e un altro giovane l'avrebbero condotta in un angolo e l’avrebbero palpeggiata mentre una terza persona la teneva bloccata. La giovane vittima di molestie non aveva denunciato quanto subito alla polizia, ma si era appunto confidata col fidanzato che avrebbe poi cercato delle scuse dal diciannovenne. “Olena si sentiva umiliata, volevo solo che le chiedesse scusa – aveva raccontato il giovane dopo essere stato scoperto – Non volevo ucciderlo e sono dispiaciuto per quanto è successo”. Il ragazzo avrebbe pugnalato l'amico svariate volte prima di decapitarlo, infilare la testa in un sacco e portarla a casa. Una testa che poi, dopo la reazione sconvolta della fidanzata, è stata gettata in un fiume. Dopo la sentenza il padre di Shustov, comprensibilmente deluso dalla decisione dei giudici e consapevole che i soldi non potranno riportare in vita il figlio, ha annunciato che farà ricorso.

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