Daphne Caruana Galizia: “Dalla Sicilia la bomba che uccise la giornalista maltese”
La bomba che fece saltare in aria Daphne Caruana Galizia partì dalla Sicilia. A rivelarlo è stato Vince Muscat, uno dei tre sicari che ha deciso di collaborare con la giustizia durante il processo sull'omicidio della giornalista uccisa nell'ottobre del 2017. A trasportare l'ordigno sarebbe stato Jamie Vella, sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti perché sospettato di avere legami con famiglie mafiose catanesi, insieme con i fratelli Adrian e Robert Agius.
I presunti legami dei killer con la Cosa Nostra
Muscat, l'unico pentito dei sicari delle giornalista, stava testimoniando contro i fratelli Adrian e Robert Agius, il loro socio Jamie Vella e il sospetto sicario George Degiorgio. Il killer soprannominato "Il Kohhu", si è dichiarato colpevole del delitto e ha ammesso il suo coinvolgimento nell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Nelle parole del collaboratore al momento non ci sarebbe però nessun collegamento diretto tra Cosa Nostra e il delitto: Vince Muscat ha confermato che la bomba, che conteneva 500g di materiale esplosivo, è stata portata da Robert e Adrian Agius a bordo di un catamarano dalla Sicilia. Degiorgio secondo il killer avrebbe inizialmente ipotizzato di uccidere Caruana Galizia con degli AK-47, preferendo infine una bomba.
L'omicidio di Daphne Caruana Galizia
Daphne Caruana Galizia era una giornalista e blogger maltese di 53 anni e quando è stata assassinata stava lavorando a dossier scottanti su episodi di corruzione: i killer hanno piazzato una bomba sotto la sua Peugeot 108. A scoprire il corpo della madre è stato il figlio Matthew che udì l’esplosione dalla loro casa. Nelle inchieste della giornalista sugli scandali dei Panama Papers era finita anche la moglie del premier, il quale ha sempre respinto ogni accusa. Alla sua morte Caruana Galizia aveva 47 cause per diffamazione in corso, cinque delle quali in sede penale: quasi tutte le erano state intentate da politici e sostenitori di politici maltesi. Il premier Muscat si è dimesso dall'incarico di capo del governo nel dicembre 2019 dopo le proteste di piazza e le polemiche scoppiate per il coinvolgimento di parte del suo esecutivo nello scandalo per l’assassinio della giornalista. Nel mirino degli investigatori sono finiti il capo di gabinetto dell’esecutivo, Keith Schembri, e i ministri del turismo, Kondrad Mizzi, e dell’Economia, Chris Cardona, per i loro rapporti con il presunto mandante, l’imprenditore Fenech di cui non si è mai accertata alcuna responsabilità.