Dallas, la madre del killer dei poliziotti: “Ha fatto quello che riteneva giusto”
Delphine Johnson, la madre di Micah – il killer che la scorsa settimana ha ucciso cinque agenti di polizia a Dallas – in un'intervista rilasciata al sito TheBlaze ha commentato il folle gesto di suo figlio: "Non odiava i bianchi: ha fatto quello che riteneva giusto per correggere l’ingiustizia nel mondo di oggi". Poi ha aggiunto: "Era arrabbiato perché nel 2016 gli afroamericani erano ancora trattati come nel 1816, anche se in modo più velato". E chi pensa che l'uomo appartenesse a un'organizzazione terroristica sbaglia di grosso. Al contrario, era partito per la guerra in Afghanistan e proprio in quel paese in lui erano avvenute molte cose importanti. "E' tornato diverso, è diventato un uomo solitario", racconta la madre.
Eppure giovedì scorso, prima di uscire di casa, Micah aveva rassicurato sua madre dicendole che avrebbe partecipato a una manifestazione contro "tutte le sparatorie" ma si sarebbe tenuto fuori dai guai. Invece aveva con sé un'arma di precisione e l'ha utilizzata sparando a cinque agenti e uccidendoli. Nella notte fra giovedì è venerdì, afferma Delphine Johnson, la polizia si è presentata nella sua casa e senza dirle cosa stava succedendo le ha chiesto di seguirla. "Mi hanno chiesto se odiava gli agenti e se aveva mai parlato di uccidere agenti", racconta la donna, alla quale è stato comunicato che suo figlio era morto molte ore dopo.
Delphine Johnson ha rilasciato l'intervista a poche ore di distanza dalla visita a Dallas di Barack Obama insieme all'ex presidente statunitense George W. Bush,: i due hanno voluto inviare un segnale di unità al paese. Nel frattempo la tensione tra polizia e comunità afroamericana resta alle stelle e in Louisiana l’associazione per i diritti civili, The American Civil Liberties Union, insieme ad altre organizzazioni locali, ha denunciato le forze dell'ordine per l’atteggiamento tenuto nei confronti dei cittadini che hanno preso parte alle proteste dello scorso weekend per l’uccisione di Alton Sterling a Baton Rouge e Philando Castile in Minnesota.
