Si tratta proprio di una guerra europea, checché se ne dica: si combatte sul suolo europeo, sono coinvolte direttamente e indirettamente nazioni europee, le sue ripercussioni negative si avvertono in tutta Europa.
Siamo nella quarta fase del conflitto, quella che continua a vedere gli ucraini riconquistare, a partire da fine agosto, parte dei territori persi sino ad allora. Putin ha reagito inizialmente avviando la mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti ed organizzando i referendum farsa per annettere i quattro oblast di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Ma l’azione più incisiva e per certi versi esecrabile è quella che sta conducendo sistematicamente da alcuni giorni: gli attacchi russi non avvengono lungo la linea di contatto terrestre dove l’Armata russa è in fase difensiva per contenere gli ucraini, bensì provengono dal cielo con una pioggia di fuoco in quasi tutto il territorio ucraino che, è bene ricordarlo, è pari al doppio di quello italiano.
Si tratta di azioni sì previste dalla dottrina militare, ma un conto è colpire solo obiettivi strategici, un altro quelli prettamente civili ancorché con ripercussioni sulle operazioni militari. Questa seconda scelta è propria di una vera e propria guerra e non di una “operazione militare speciale” come invece Mosca considera il conflitto.
Il dramma dei civili
Due centrali elettriche su tre in tutto il territorio ucraino sarebbero state danneggiate negli ultimi giorni da questi attacchi dall’aria. Una su tre non eroga energia elettrica e ciò ha provocato dei black out in molte regioni.
Ciò potrebbe causare gravi problemi all’apparato industriale e sociale, oltre che naturalmente a quello militare, dell’Ucraina la quale, per ritorsione, ha iniziato ad attaccare analoghi obiettivi nella città di Belgorod in territorio russo.
I black out avranno ripercussioni in particolare sugli abitanti delle città che pertanto si apprestano ad affrontare il prossimo inverno in una situazione di grave difficoltà. Ma non diverso appare il destino delle popolazioni rurali, in particolare quelle abitanti nei pressi della linea del fronte.
Il comandante russo delle operazioni Surovikin ha dichiarato che la situazione a Kherson per i suoi soldati risulta molto difficile e quindi si aspetta ancora attacchi da parte degli ucraini che questa volta, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi mesi, potrebbero effettivamente raggiungere il capoluogo dell’oblast.
Pertanto, è stata predisposta l’evacuazione di parte dei civili dall’area di Kherson e delle campagne prospicienti il fiume Dnepr. L’amministrazione filo russa della regione ha informato i residenti sulle predisposizioni da attuare per lo sfollamento, evidenziando l’importanza di portare al seguito gli originali e le copie di tutti i documenti personali in confezione impermeabile, cellulare con caricabatteria esterna portatile, prodotti per l'igiene personale, abbigliamento adatto ai viaggi ed in particolare scarpe comode, cibo e acqua per almeno due o tre giorni, cassetta di pronto soccorso…
Tutto ciò che si porta al seguito (valigie, borse, zaini, ecc.) non deve superare i 50 kg in totale e deve essere etichettato con nome completo, anno di nascita, indirizzo di residenza, domicilio. Etichette con le stesse iscrizioni devono essere cucite sul colletto dei vestiti per bambini in età prescolare. Vengono inoltre fornite indicazioni su come lasciare le proprie abitazioni e come comportarsi nelle aree di raccolta sfollati. Un dramma nel dramma che quei civili stanno per vivere proprio con l’inverno alle porte.
L’aiuto degli Ayatollah
Oltre ai missili Kalibr e Iskander (dei quali si stima ne abbia già utilizzati circa 4.000, pari a circa il 40% di tutti quelli custoditi nei propri arsenali) la Russia sta impiegando dei micidiali droni forniti dall’Iran, i Shaed-136, denominati Geranio-2.
Essendo costruiti con materiali poco rilevabili dai radar e con profili di volo particolari, questi velivoli kamikaze senza pilota stanno causando ingenti danni alle infrastrutture strategiche ucraine, militari e civili.
Tra l’altro, considerato l’alto consumo giornaliero di sistemi d’arma che sta svuotando i depositi russi, l’Iran nei prossimi giorni potrebbe consegnare a Putin anche missili a corto raggio come i Fateh-110 e gli Zolfaghar.
Una situazione critica per la popolazione e in prospettiva per le forze armate ucraine che hanno spinto il presidente Zelensky a reiterare la richiesta di sistemi d’arma antiaerei agli occidentali e in particolare agli israeliani che con gli iraniani hanno parecchi conti in sospeso.
Come procede la mobilitazione?
Dopo le criticità delle prime settimane con diserzioni e fughe all’estero, ora sembra che la situazione si sia normalizzata e l’addestramento dei riservisti richiamati alle armi stia procedendo.
Su alcuni social russi filtrano notizie riguardanti l’equipaggiamento, che non sempre sembrerebbe il più adeguato, e sull’armamento che sarà utilizzato da queste truppe che i blogger ucraini con disprezzo chiamano “carne da macello” o semplicemente “la carne”.
Ad esempio in questi giorni stanno circolando filmati di campi di addestramento in Russia nei quali i riservisti si cimentano con i cannoni anticarro MT-12 Rapira da 100 mm. Sono video propagandistici nei quali si vedono i soldati che colpiscono bersagli che simulano carri armati nemici ad una distanza di un chilometro.
Questo cannone, che risale all’epoca sovietica e che tra l’altro è in linea anche nell’esercito ucraino, pur essendo di vecchia concezione, mantiene una certa validità in situazioni difensive per rallentare rapide incursioni nemiche sui fianchi del proprio dispositivo.
Ed è proprio quello che probabilmente saranno chiamati a fare i più o meno anziani riservisti russi: cercare di fermare le penetrazioni ucraine che dovessero raggiungere le proprie retrovie.
Putin dichiara la legge marziale in 4 territori ucraini annessi
Mentre gli ucraini lanciano un ulteriore attacco forse decisivo verso Kherson, Putin promulga un decreto con restrizioni in varie regioni della Federazione, comprese quelle ucraine annesse unilateralmente. La legge marziale viene introdotta in quattro regioni: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
Il cosiddetto livello elevato di restrizioni viene introdotto in 8 regioni di confine: Crimea, Sebastopoli, Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk, Rostov. Livello di allerta medio viene applicato nelle regioni dei distretti federali centrali e meridionali. Le restrizioni non si applicano alle rimanenti regioni.
La legge marziale viene introdotta dalla mezzanotte e prevede:
- Divieto di uscita dal Paese
- Evacuazione delle strutture economiche, sociali e culturali, con reinsediamento temporaneo dei residenti in aree sicure
- Introduzione di un regime speciale per l'ingresso e l'uscita dal territorio, nonché limitazione della libertà di movimento all’interno di esso
- Coinvolgimento dei cittadini nello svolgimento di lavori per esigenze di difesa come ad esempio il ripristino delle strutture socio economiche
- Sequestro a organizzazioni e cittadini di beni necessari per esigenze di difesa con successivo rimborso da parte dello Stato
- Introduzione della censura militare nel campo delle comunicazioni, nonché controllo delle conversazioni telefoniche.