Dalla “Crisi di un papato” a “Sua Santità”: cosa succede in Vaticano? [VIDEO]
Cosa succede in Vaticano? Conflitti interni, poco sacri e molto “terreni”, si consumano al di là delle mura di San Pietro, dove Papa Ratzinger governa da ormai sette anni quella che il vaticanista Marco Politi e il giornalista Gianluigi Nuzzi definiscono una “Monarchia assoluta teocratica”. Ed è proprio dai libri dei due giornalisti e scrittori, “Joseph Ratzinger: crisi di un papato” e “Sua Santità”, che prende inizio il dibattito svolto oggi a Roma, nell'ambito di una rassegna promossa da “Roma InConTra” all'Ara Pacis. Una crisi che, come accennavamo, ha ben poco di “spirituale”, con le varie fazioni cardinalizie che ragionano secondo logiche non molto distanti dalle beghe politiche che si consumano nei cosiddetti palazzi del potere, da Montecitorio in poi. Una crisi dell'istituzione politica, più che della fede religiosa: due aspetti legati strettamente, ma che Gianluigi Nuzzi tiene separati: «Il Vaticano è cosa ben diversa dalla Chiesa di tutti: io parlo della crisi di un'istituzione, non della fede cattolica vista in senso spirituale».
SE IL PAPA NON È UN LEADER… – Che il suo non sia un pamphlet contro la “religione oppio dei popoli”, Nuzzi tiene a specificarlo più volte. Così come, d'altronde, gli fa eco il suo collega del Fatto Quotidiano, Marco Politi, che ai nostri microfoni esalta le doti teologiche, intellettuali e umane di Papa Benedetto XVI, pur sottolineando una certa carenza nelle capacità da leader: «Mi chiedo se questo Papa abbia la forza e il polso necessari a guidare una comunità così ampia e variegata come quella cattolica. Un uomo di pensiero e di lettere non è necessariamente anche un buon leader politico. E questo Papa Ratzinger lo ha dimostrato più volte, con tutto un susseguirsi di crisi che non hanno precedenti nella storia del papato». Dai discorsi sui preservativi alle discutibili nomine di prelati “estremisti”; dagli scontri diplomatici con altre fedi religiose alla scarsa empatia con la popolazione non cattolica: tutte spie, secondo Politi, che prefigurano una crisi non di comunicazione, ma strutturale, interna al Vaticano. Di cui le ultime rivelazioni di Nuzzi non costituiscono altro che l'apice, il punto naturale d'arrivo per un declino iniziato da molto tempo. IL
MAGGIORDOMO? «NON È IL COLPEVOLE» – «Questioni interessanti, messe in ombra dall'arresto del maggiordomo del Papa». Nuzzi usa l'ironia, consapevole del fatto che l'arresto di un uomo, cittadino italiano, da settimane in cella d'isolamento e accusato di furto aggravato, non ha, di fatto, permesso un sereno (e anche serio) dibattito sui contenuti del libro. Il tutto si è limitato a una «sterile diatriba sulla legittimità del mio operato, se costituisca diritto di cronaca o illecito penale. Ma io rispondo che questo è il mestiere. Come giornalista sono tenuto, se in possesso di documenti di interesse pubblico e sociale, a pubblicare il contenuto di quelle carte». Per il resto, quella di oggi è stato forse il primo tentativo di andare oltre le notizie circa l'arresto del maggiordomo, oltre i discorsi su quello che sembra, ogni giorno di più, un capro espiatorio, provando a esaminare la questione della crisi di un papato più a fondo: «Non prendiamoci in giro – taglia corto Mario Sechi, direttore del Tempo – il maggiordomo è il colpevole solo nei film. A parte che non potrebbe aver fatto tutto da solo. Ma il discorso è un altro: bisogna riflettere sugli equilibri di poteri interni alla curia vaticana. Questo Papa ha ridotto parecchio il potere della sua corte, come nessun predecessore aveva osato fare. Ad ogni modo, la chiesa in duemila anni ha affrontato milioni di crisi. Sono convinto che supererà anche questa». Al discorso di Sechi fa eco quello di Nuzzi, che conclude sottolineando la fondamentale distinzione: «Alla chiesa dei fedeli tutti questi segreti non fanno bene. La chiesa dei fedeli e tutt'altro dal nascondere la polvere sotto al tappeto. Io non ho scritto una parola contro Ratzinger o contro padre Georg. Non ho fatto altro che il mio lavoro: rifarmi a fondi affidabili, le stesse che hanno redatto i documenti inclusi nel libro, per informare».