Dal 7 ottobre 170 bambini palestinesi assassinati in Cisgiordania: uccisi a un ritmo senza precedenti
Abdullah Jamal Hawash aveva solo 11 anni quando un mese fa è stato ucciso dai soldati israeliani a Nablus, in Cisgiordania. Il bimbo era stato visto dalla torretta di un veicolo blindato chinarsi a terra e raccogliere un sasso da scagliare contro un fuoristrada dell'IDF: un gesto assolutamente innocuo, che però gli è costato la vita. Un soldato israeliano infatti non ha esitato un istante a premere il grilletto e fare fuoco centrando Abdullah al petto. Per lui non c'è stato niente da fare, è morto sul colpo.
Hawash non rappresentava "alcuna minaccia realistica" per le forze israeliane, ha commentato l'ufficio dell'OHCHR nei territori palestinesi occupati dopo aver visionato il video dell'omicidio. L'assassinio dell'undicenne è stato commesso dopo il grave ferimento di un diciassettenne a Hebron, colpito alla testa per aver osato disobbedire a un ordine impartito da un soldato israeliano. In precedenza a un altro undicenne era toccata la stessa sorte nel campo profughi di Arroub. Ma i casi di minori uccisi o feriti in West Bank sono ormai innumerevoli.
Alle decine di migliaia di minori palestinesi uccisi o gravemente feriti nella Striscia di Gaza si devono sommare quelli in Cisgiordania. Qui, secondo i dati diffusi pochi giorni fa dall'UNICEF, almeno 170 bambini e bambine sono morti dal 7 ottobre 2023 a causa delle azioni delle truppe israeliane o dei coloni, diventati giorno dopo giorno sempre più violenti e impuniti. La vittima più giovane aveva solo 4 anni: venne uccisa a gennaio a colpi di arma da fuoco mentre insieme alla madre erano sedute in un taxi vicino a un posto di blocco.
Sebbene ufficialmente nella Cisgiordania occupata non vi sia una guerra, i civili – e in particolare i bambini – stanno morendo a una ritmo mai visto dal 1967, da quando cioè l'esercito israeliano prese il controllo dell'area. "Nel corso dell'anno scorso si è verificato un aumento estremamente preoccupante di minori uccisi nella violenza legata al conflitto in Cisgiordania, e vediamo già che la tendenza continua", ha affermato Jonathan Crickx, portavoce dell'UNICEF Palestina. Tutte le almeno 170 uccisioni sono destinate a restare impunite. Nessun soldato israeliano infatti è stato incriminato per nessuna delle sparatorie ai danni di civili palestinesi. A Gaza come in Cisgiordania lo stato ebraico agisce nella più totale impunità, mentre i suoi alleati continuano a fornirgli armi ed altri aiuti militari.