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Dai sospetti sui genitori alla pista del pedofilo: tutta la storia del caso Maddie McCann

Madeleine McCann, 3 anni, detta Maddie, è scomparsa a Praya da Luz, in Portogallo, la sera del 3 maggio 2007. Dai sospetti sui genitori, all’epoca indiziati di aver inscenato un rapimento per coprire l’incidente domestico, alla pista della pedofilia, tutti i segreti, le falle e i retroscena del caso fino alle indagini della polizia tedesca del 2020.
A cura di Angela Marino
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Madeleine McCann è scomparsa a Praya da Luz, in Portogallo, la sera del 3 maggio 2007. La piccola, figlia di una coppia di medici britannici in vacanza in Algarve, è sparita dal lettino dove i genitori l'avevano messa a dormire prima di andare a cena con gli amici in un ristorante a pochi passi dall'appartamento. Da quel giorno i media internazionali hanno fatto di Maddie McCann la bambina scomparsa più famosa al mondo. Oggi, dopo 13 anni di ricerche che, hanno spaziato dall'incidente domestico alla rete di pedofilia, la Polizia tedesca ritiene di avere nelle mani il colpevole. Di seguito tutte le piste, i segreti e i retroscena del caso.

La scomparsa di Maddie McCann

Kate e Gerry McCann sono due affermati medici di Leicester. Sono diventati genitori dopo cinque anni di tentativi, nel 2003, quando è nata la Maddie, seguita due anni dopo da una coppia di gemelli. Genitori maturi e amorevoli, i McCann sono una coppia rispettata e stimata. Nel 2007, a maggio, per le vacanze di primavera, si ritagliano una manciata di giorni di relax ad Algarve. Tramite un'agenzia trovano alloggio all'Ocean club di Praya Da Luz, nell'appartamento 5A, una graziosa casetta al piano terra con un patio. Sono partiti con altre coppie di amici, in tutto sono sette adulti e otto bambini, sparpagliati in appartamenti vicini nel paradisiaco resort portoghese. È una vacanza splendida, almeno fino al penultimo giorno di permanenza. Un giorno come un altro, la sera la famiglia McCann si ritira in casa intorno alle 18, mamma Kate mette a letto i gemelli e Madeleine e alle 20 e 30, esce insieme al marito per andare a cena con gli amici al ristorante di tapas.

Le ricerche

L'Ocean Club offre un servizio di asilo nido e babysittig notturno, ma i McCann e i loro amici decidono di lasciare Madeleine e i gemelli di due anni Sean e Amelie da soli, addormentati nei loro lettini, nell'appartamento 5A. Insieme agli altri genitori hanno stabilito turni di ronda ogni 20 minuti per andare a controllare i piccoli. Ogni genitori controlla il proprio e i figli degli altri e poi torna al tavolo. Il tapas bar dista 50 metri in linea d'aria da casa, praticamente possono vedere l'appartamento, sembra fattibile. Alle ore 21 Madeleine viene controllata per l'ultima volta dal padre. Alle 21 e 30 sarebbe il turno di mamma Kate, ma un amico si offre di controllare tutti i bambini al posto suo. Entra, nota la porta della camera leggermente aperta, ma non vede nulla di strano. Alle 22, un'ora dopo, Kate torna a controllare i bimbi e fa la scioccante scoperta. La finestra è spalancata e il lettino della piccola è vuoto, con la coperta spostata. Alle 22 e 30 il resort attiva il protocollo di ricerca bambini scomparsi.

Il sospetto di rapimento

Sessanta membri del personale e ospiti vanno in cerca di Madeleine, gridando il suo nome, fino alle 04 e 30, immaginando che la piccola possa essersi allontanata da sola. Guardano ovunque, anche sotto le auto, inquinando irrimediabilmente la scena di quello che si rivela essere un crimine.  Passata la prima notte è evidente a tutti che Madeleine non si è smarrita, qualcuno l'ha presa. A Kate torna in mente una strana frase che la piccolina le aveva detto la mattina della scomparsa: Perché non sei venuta quando e io Sean abbiamo pianto ieri sera?. E se qualcuno fosse entrato in casa per un sopralluogo prima di rapire sua figlia? Insieme a suo marito Gerry, Kate stabilisce immediatamente un rapporto con i media che hanno assaltato Praya da Luz. Compare in pubblico per un appello, in una mano il giocattolo preferito di sua figlia, nell'altra quella del marito. Il 15 maggio istituiscono il Fondo Madeleine: Leaving No Stone Unturned Ltd per raccogliere fondi destinati alle indagini. Mentre i giornalisti scavano ovunque in cerca di tracce e testimonianze, la Policia Judiciaria controlla i criminali sessuali della zona, non trascurando di indagare anche sui genitori.

Jane Tanner, la supertestimone

La prima testimonianza significativa è quella di Jane Tanner, amica della coppia, la quale rivela di aver visto, un uomo allontanarsi con un bambino in braccio, 45 minuti prima che fosse dato l'allarme. Sembrava un papà che porta tra le braccia un bimbo addormentato, ma a ben guardare, secondo la Tanner, quel bambino indossava un pigiamino rosa ed era scalzo. Dunque non poteva che essere uscito da casa. La testimonianza di Jane Tanner diventa uno degli aspetti più discussi del caso, soprattutto perché si incrocia con un altra pista. Dodici giorni dopo la scomparsa, infatti, Robert Murat, un consulente immobiliare inglese che vive a pochi passi dall'appartamento 5A, diventa il primo sospettato del caso. Murat che vive con sua madre nella ‘Casa Liliana', finisce nel mirino della Policia dopo che un giornalista del ‘Sunday Mirror' ha detto alla polizia che aveva ‘chiesto informazioni sul caso'.

Maddie McCann è ancora viva?

Sin dal primo momento è chiaro che il caso McCann esiste grazie al massiccio interesse dei media, ma sono proprio giornali e Tv, in più di un occasione, a far deragliare le indagini verso piste inconcludenti. A cominciare dalle velenose e infondate accuse in cui si lanciano contro la famiglia e il gruppo di amici. Soprannominati i ‘Tapas Seven‘ dal nome del ristorante dove in sette avevano cenato quella sera, vengono accusati di aver siglato un oscuro patto del silenzio per nascondere la verità su Maddie. Lentamente la stampa insinua l'ipotesi – già acquisita come principale dalla polizia – che Maddie sia stata vittima di un incidente domestico. Sua madre Kate, medico anestesista specializzato, viene tacciata di aver causato accidentalmente la morte di sua figlia somministrandole un sonnifero per poter passare la serata fuori a cena indisturbata. A supporto della teoria ​​a Praia da Luz il 31 luglio 2007 vengono chiamati sulla scena gli agenti con i loro cani addestrati a fiutare tracce di cadavere e di sangue. Entrambi i cani si allertarono dietro il divano nel soggiorno e vicino all'armadio nella camera da letto principale.

Maddie McCann e la storia del sonnifero

Cinque mesi dopo la scomparsa, ai McCann viene dato lo status di arguido, ovvero di ‘sospettato formale', di fatto notificando un'indagine a loro carico. Nonostante il loro status ai McCann viene permesso di lasciare il Paese, cosa che, su consiglio del loro legale fanno immediatamente, arrivando in Inghilterra il 9 settembre 2007. Convinto sostenitore della colpevolezza dei McCann, Gonçalo Amaral, tuttavia, l'ispettore capo della Polizia judiciaria, viene rimosso dal suo incarico e trasferito dopo aver detto al quotidiano ‘Diário de Notícias' che la polizia britannica stava investigando solo indizi favorevoli ai McCann. L'inchiesta di Madeleine viene dunque assegnata a Paulo Rebelo, vicedirettore nazionale del Policia Judiciària. Il 21 luglio 2008, circa un mese dopo, il procuratore generale portoghese, Fernando Pinto Monteiro annuncia che non non ci sono prove per collegare McCanns o Robert Murat alla scomparsa. Il loro status di arguido viene revocato e, con tante scuse, il caso chiuso.

Il libro su Maddie McCann

Colpito nella reputazione e con una carriera stroncata, Amaral si dimette nel giugno 2008 per scrivere un libro in cui afferma che Madeleine è morta in un incidente nell'appartamento e che, per coprirlo, i McCann hanno inscenato un rapimento. Tre giorni dopo la chiusura del caso, il suo libro Maddie: a verdade da mentira, finisce sugli scaffali delle librerie in Portogallo, vendendo 180mila copie.

Maddie McCann: le indagini tedesche del 2020

La vera svolta, tuttavia, arriva dalla Germania. Dal 2013 la polizia tedesca ha iniziato a indagare sul caso McCann grazie a uno spunto investigativo fornito dal programma della tv tedesca ‘Aktenzeichen'. Nel giugno 2020 le indagini hanno portato all'individuazione di un predatore sessuale condannato, Christian Brückner, ritenuto responsabile della scomparsa di McCann. Il 43enne, pedofilo condannato, trafficante di droga e rapinatore, al momento della scomparsa di McCann viveva in un camper in prestito in Algarve. L'auto del sospetto, una Jaguar, peraltro, era stata registrata a nome di un nuovo proprietario l'indomani della scomparsa di Madeleine. Oggi, a 13 anni dai fatti, procura tedesca ha dichiarato che in base ai precedenti penali del sospettato, ritengono che Maddie sia morta.

Il caso Maddie McCann in un documentario Netflix

Il 15 marzo 2019 Netflix ha trasmesso una serie in otto puntante, The Disappearance of Madeleine McCann.

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