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Dacca, la storia di Gianni e Claudia: lui si salva con una telefonata, la moglie muore

Gian Galeazzo Boschetti si è salvato dall’orrore di Dacca grazie a una telefonata che lo ha portato fuori dal locale della strage. Ma sua moglie Claudia D’Antona è rimasta nel locale, ed è stata uccisa. “Nascosto mentre lei moriva, mi sento in colpa”, ha raccontato il sopravvissuto.
A cura di Susanna Picone
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È drammatico il racconto di Gian Galeazzo Boschetti, per tutti semplicemente Gianni, sopravvissuto all’orrore di Dacca grazie a una telefonata che lo ha portato fuori dal locale della strage. Nell'Holey Artisan Bakery ha perso però la moglie, Claudia D'Antona, sposata lo scorso anno dopo una lunga convivenza. Claudia è una delle nove vittime italiane della strage in Bangladesh. “Per molte ore ho sperato in un miracolo, ma alla fine mi sono dovuto arrendere all'evidenza. Lei è morta, uccisa probabilmente da un unico colpo di pistola”, ha raccontato Boschetti da Dacca. “Al momento dell'attacco mi ero allontanato per rispondere a una telefonata. Eravamo tre al mio tavolo, mentre altri italiani sedevano a poca distanza da noi. Resomi conto dell'irruzione nel locale del commando, ho trovato rifugio dietro un albero e poi – ha aggiunto – mi sono precipitato fuori”, è il ricordo dell’imprenditore, modenese che da 25 anni vive in Bangladesh. “In giardino c’erano due ragazze insieme a me – ha raccontato ancora Gianni -. Non so di che nazionalità fossero, ma i terroristi le hanno viste e le hanno portate a forza dentro il locale. Io invece ero finito nell’ombra di un cespuglio e là sono rimasto tutta la notte. Terrorizzato”.

“La verità è che mi sento in colpa” – Dopo molte ore Gianni Boschetti, che dal suo nascondiglio ha lanciato l’allarme, si è dovuto arrendere alla verità: “Sono uscito da quel luogo sconvolto”, ha confessato l’uomo dopo aver effettuato il riconoscimento del cadavere della moglie. “Ho visto là dei cadaveri ridotti in condizioni pietose – ha spiegato ancora – per i colpi ricevuti anche con armi da taglio. Ma quello di mia moglie no. Forse non ha sofferto. Forse è morta colpita da un unico proiettile che l'ha stroncata”. “La verità è che mi sento in colpa, perché Claudia non c’è più e io invece adesso sono qui. L’ho lasciata nel ristorante da sola…”, così ancora il sopravvissuto alla strage, che insieme a sua moglie finanziava un'associazione che porta esperti di chirurgia plastica in Bangladesh per curare le donne sfregiate con l'acido.

"Non fatemi parlare della camera mortuaria"– Il signor Boschetti ha rilasciato un'altra intervista a Repubblica, nella quale ha parlato di quei drammatici momenti vissuti al ristorante. L'uomo non se l'è sentita di ricordare un solo particolare: il momento in cui ha messo piede nella sala mortuaria coi corpi delle venti vittime della strage: "Non mi faccia dire quello che ho visto lì dentro". E' stato proprio in quell'istante che Gianni ha capito che per la moglie non c'era più nulla da fare: "Quando ho visto quei lenzuoli macchiati di sangue nell'obitorio ho capito che era finita. Mi creda, fino a quel momento, chissà perché, speravo che fosse viva".

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