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“Da presidente avrei bombardato Mosca e Pechino”: le ultime dichiarazioni di Donald Trump

Donald Trump, nel corso di un incontro con alcuni dei suoi principali finanziatori della sua campagna elettorale per le presidenziali Usa, ha affermato che se fosse stato presidente lui “avrebbe bombardato Mosca e Pechino se la Russia avesse invaso l’Ucraina o la Cina avesse invaso Taiwan”. Sorpresa e sgomento tra i presenti.
A cura di Ida Artiaco
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Comincia ad infuocarsi la campagna elettorale per le elezioni presidenziali Usa in programma il prossimo novembre. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato, ovviamente, Donald Trump: l'ex tycoon, nel corso di un incontro con alcuni dei suoi principali finanziatori in un lussuoso hotel di New York, avrebbe detto esplicitamente che se fosse stato presidente lui "avrebbe bombardato Mosca e Pechino se la Russia avesse invaso l'Ucraina o la Cina avesse invaso Taiwan", suscitando molta sorpresa nei suoi interlocutori.

A rivelarlo è stato il Washington Post, e non sono mancate le reazioni e la sorpresa tra i presenti. Ai suoi finanziatori Trump ha anche dichiarato che se non diventerà di nuovo presidente le tasse aumenteranno sotto una aministrazione Biden Bis, il quale ha promesso di far scadere i tagli fiscali sui ricchi e sulle imprese alla fine del 2025. "Quindi qualunque cosa voi ragazzi possiate fare, lo apprezzo", ha detto a proposito della richiesta di versamenti milionari, in cambio dei quali promette tagli fiscali, approvazioni di progetti infrastrutturali petroliferi e altre politiche favorevoli.

Ma di certo le parole più forti restano quelle che riguardano la politica estera. Tuttavia, nonostante questo, in molti sono sicuri che tra qualche mese l'ex presidente tornerà alla Casa Bianca. "Credo che sarà rieletto", ha confidato alla Reuters James Gilmore, ex ambasciatore presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

In precedenza Trump non aveva mai utilizzato toni così bellicosi, limitandosi a dire, rispetto alla guerra in Ucraina, circa un anno fa, che lui il conflitto lo avrebbe sistemato in meno di un giorno. Ma a stupire è soprattutto il tono usato nei confronti della Cina di Xi Jinping, che in passato, era stato descritto dallo stesso tycoon come "un grande amico durante il mio mandato".

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