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Da Ben Ali a Mubarak: come muore una dittatura?

Il mondo arabo è in rivolta. Ma perchè proprio adesso? Quali sono i motivi che portano un popolo a protestare fino alla morte? Che cosa determina che alcune dittature siano deposte ed altre no?
A cura di Cristian Basile
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BenAlieMubarak

Il mondo arabo è scosso da un'ondata di proteste che, dopo aver causato la caduta di Ben Ali in Tunisia e Mubarak in Egitto, potrebbe travolgere, in un inarrestabile effetto domino, altri dittatori. Ma perchè proprio adesso? Perchè l'Egitto e non la Corea del Nord? Perchè il partito comunista continua a comandare in Cina mentre in Unione Sovietica è stato sconfitto da un pezzo? Perchè Fidel Castro è rimasto al potere e Augusto Pinochet no? Che cosa determina che alcune dittature siano deposte ed altre no? Le ragioni sono molte come la natura stessa di questi regimi. Ci sono dittature totalitarie e brutalmente repressive. Altre, invece, sono meno dure e cercano di farsi passare per democrazie: organizzano elezioni che vincono puntualmente, tollerano un'opposizione ma solo se resta in silenzio, permettono la pubblicazione di quotidiani "liberi" che in pochi leggono. Molte hanno bisogno del sostegno delle potenze straniere: l'Arabia Saudita dipende dagli Stati Uniti, la Bielorussia dalla Russia, la Corea del Nord dalla Cina.

E' chiaro, la storia, la cultura e la religione rafforzano certe monarchie dispotiche ma quando un popolo si stanca ed esce in strada a protestare, disposto anche a morire per la libertà, non c'è cultura, storia, religione o potenza straniera che possa salvare un dittatore. Diversi sono i fattori che concorrono a fare esplodere delle rivoluzioni popolari:

  • I cambi economici, sociali o internazionali possono sviluppare processi anti-dittature. Alle dittature non piacciono i cambiamenti nè tantomeno le riforme.
  • I governi invecchiano; vedere e sentire Hosni Mubarak pronunciare discorsi totalmente disconnessi con quello che stava succedendo per le strade del suo paese è l'esempio più recente di una dittatura isolata dal mondo e dal suo popolo. Molte dittature finiscono perchè vecchie e non solo per l'età avanzata di suoi leader ma anche per le obsolete strutture di governo.
  • Il desiderio di rivalsa può espandersi rapidamente da una nazione all'altra. Il Portogallo e la Spagna arrivarono insieme al processo di democratizzazione, così come molti paesi del sud America e dell'Europa centrale. Adesso, dopo la Tunisa, tocca all'Egitto. Non ci sono dubbi che la morte di una tirannia irradia speranza in altri paesi governati da dittatori e serva da esempio e da stimolo per chi si oppone ai regimi. Insomma la libertà è contagiosa.
  • L ‘informazione gioca un ruolo chiave. Un popolo meglio informato sugli abusi e la corruzione delle proprie autorità, che sa come si vive e si governa in altri paesi e che, inoltre, si può connettere facilmente con altre persone, è un popolo pericoloso per una dittatura. La tecnologia crea nuovi grattacapi ai regimi come stiamo vedendo proprio in questi giorni e tanto che molto spesso i dittatori cercano di bloccare internet e cellulari in primis.

Chiaramente questa lista non è esaustiva e sempre ci saranno in gioco questi o altri fattori. Altre volte ancora nonostante la presenza di questi elementi ci sono dittature che riescono a sopravvivere. Una cosa, però, è certa: un'attore protagonista è sempre l'esercito dal quale tutte le tirannie dipendono. A volte i militari sono esclusivamente al servizio del tiranno, altre cambiano parere e decidono di difendere la patria e non il regime. Alla fine l'unica cosa che conta è se i militari sono disposti a sparare contro i loro compatrioti. Quando non lo sono, nasce la libertà.

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