Cuba, 130 americani colpiti da una misteriosa malattia al cervello: cos’è la Sindrome dell’Avana
L'amministrazione di Joe Biden starebbe indagando su un misterioso disturbo cerebrale che negli ultimi cinque anni ha colpito numerosi diplomatici americani (anche canadesi) nella capitale di Cuba, L’Avana, e per questo chiamato spesso “sindrome dell’Avana”: dalle informazioni raccolte dal New York Times dal 2016 ci sarebbero stati almeno 130 casi della “sindrome dell’Avana”, molto più di quanto si pensasse in passato. La Casa Bianca è preoccupata anche perché quei funzionari appartengono ad agenzie come il dipartimento di Stato, la Cia, il Pentagono: il centro di sistema difesa, diplomazia, sicurezza degli Stati Uniti. La stessa Intelligence USA ha istituito una task force per esaminare i casi recenti.
Citando “gli attuali ed ex funzionari statunitensi e le persone che hanno familiarità con la questione”, CBS News la scorsa settimana ha detto che alcuni degli ufficiali hanno richiesto l’evacuazione medica di emergenza dopo essersi sentiti male all’improvviso. I soggetti evacuati hanno riferito di aver sperimentato “fenomeni uditivi o sensoriali acuti insoliti” e di aver sentito “suoni insoliti o rumori penetranti”. Nello specifico i sintomi riconducibili al malessere sono mal di testa, spossatezza, nausea, problemi alla vista, udito ed equilibrio, in alcuni casi problemi di memoria.
Mark Zaid, che rappresenta alcuni ex funzionari affetti dalla "sindrome dell'Avana", ha detto di essere stato contattato da più persone che credevano di esserne state colpite. "I numeri sono decisamente in aumento", ha detto. A dicembre, il National Academy of Sciences ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che le lesioni cerebrali subite dai dipendenti del governo degli Stati Uniti a Cuba (ma anche in Cina) erano molto probabilmente il risultato di una qualche forma di "energia diretta".
In tal senso è stata avanzata l'ipotesi secondo cui il disturbo sarebbe riconducibile ad "un’arma elettromagnetica a microonde" in grado di colpire il sistema nervoso. Una conclusione messa in dubbio da Cheryl Rofer, ex chimico del Los Alamos National Laboratory. "Un'evidenza estremamente debole", ha scritto in Foreign Policy. “Nessun sostenitore dell'idea ha delineato come funzionerebbe effettivamente quest'arma. Nessuna prova è stata offerta che un'arma del genere sia stata sviluppata da alcuna nazione. Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie e nessuna prova è stata offerta a sostegno dell'esistenza di quest'arma misteriosa" ha ribadito.
Tuttavia il malessere non è da prendere sottogamba, come evidenziato dai medici del Walter Reed National Military Medical Center, che hanno preso in cura alcune delle persone colpite: gli attacchi celebrali si cronicizzeranno e diventeranno talmente invalidanti che non si esclude che possano essere causa di "suicidio". Il Comitato Intelligence del Senato ha chiesto alla Cia – durante un recente incontro a porte chiuse – di alzare il livello di attenzione. Lo stesso direttore, William Burns, ha chiesto incontri con le vittime.