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Crisi ucraina: la Russia ritira le truppe dal confine

Dagli Stati Uniti affermano: “Al momento non vi sono indizi che ciò sia accaduto”. Si lavora all’organizzazione della conferenza di pace Ginevra 2.
A cura di D. F.
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Vladimir Putin ha reso noto di aver ritirato le truppe russe schierate lungo il confine con l'Ucraina, definendo anche un "passo nella direzione giusta" le elezioni che si terranno il 25 maggio, purché sia "garantita la sicurezza dei cittadini": "Ci sono state esposte preoccupazioni costanti per le nostre unità alla frontiera. Le abbiamo ritirate. Oggi non si trovano più lì ma in aree dove svolgono regolare addestramento", ha spiegato Putin al termine dell'incontro con il presidente dell'Osce, Diedier Burkhalter.

Dagli Stati Uniti, tuttavia, la Casa Bianca ha commentato: "Al momento non vi sono indizi che ciò sia accaduto", hanno fatto sapere. Il Cremlino, però, continua a confermare il ritiro delle truppe e chiede che a fare un passo indietro sia anche l'esercito ucraino, che "dovrebbe fermare le operazioni militari e compiere i passi per avviare il dialogo (con i filo-russi), e allora questo potrebbe tirare fuori l'Ucraina da una situazione che in questa fase può solo peggiorare ulteriormente".

Nel frattempo nelle regioni russofone si continua a combattere, mentre la diplomazia sta lavorando all'organizzazione di una Ginevra 2, una nuova conferenza di pace dopo quella del 17 aprile che tenti di trovare una soluzione politica al conflitto. Le possibilità di arrivare a un "cessate il fuoco" appaiono remote: a Mariupol infatti i soldati governativi sono riusciti a strappare per qualche ora il municipio ai separatisti, che lo avevano rioccupato, ma a Slavyansk hanno subito nuove perdite.

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