Crisi Ucraina, la Banca Centrale russa ritira le sue riserve negli USA
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La Banca centrale della Russia avrebbe ritirato ormai da giorni una parte importante delle sue riserve depositate in banche degli Stati Uniti d'America per trasferirle verso organismi europei. La notizia è riportata dal media francese Challenge, che cita "esperti finanziari". L’importo esatto della somma non è stata rivelato ma si tratterebbe comunque di decine di miliardi di dollari. Una decisione che andrebbe letta sopratutto alla luce della crisi ucraina e dei dissidi col governo di Kiev per il caso Crimea: in sintesi, il presidente russo Vladimir Putin starebbe considerando tutti i possibili scenari, incluso quello che vedrebbe Washington congelare i beni di Mosca depositati nelle proprie banche.
C'è peraltro da dire che, sempre secondo quanto scrive Challenge, non tutti i fondi trasferiti sarebbero tornati in territorio russo, ma sembra che una parte non marginale sia stata depositata anche nelle banche europee. L'obiettivo di Putin è quello di ricordare i legami che i Paesi del Vecchio Continente hanno con la Russia, in maniera da rendere gli eventuali "avversari" più teneri qualora si dovesse cominciare a parlare di sanzioni. Diversi inoltre sono i Paesi che dipendono da Mosca per la fornitura di gas. Basti pensare che in Italia circa il 30-35% del gas importato, secondo fonti industriali, viene da Putin. Una percentuale significativa, in linea con quella degli altri Stati europei. Ma in altri Paesi dell'Est e Sud Europa le percentuali salgono a livelli molto più elevati, e nel caso della Croazia i sfiora il 100%.