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Crisi Ucraina. Da Kiev: “Pronti al cessate il fuoco, ma riprenderemo Crimea”

Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Pavel Klimkin. Ma c’è un’unica condizione: “La Russia deve usare la sua influenza per convincere i separatisti a prendere lo stesso impegno”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il ministro degli Esteri ucraino Pavel Klimkin ha affermato che "l'Ucraina è pronta a un cessate il fuoco bilaterale il prima possibile" per risolvere la crisi politica che dura ormai da 6 mesi. Ad un patto: “La Russia deve usare la sua influenza per convincere i separatisti a prendere lo stesso impegno e a un controllo dei confini, trasparente, sotto l'egida dell'Osce”, ha aggiunto il ministro degli Esteri ucraino Pavel Klimkin incontrando i giornalisti italiani prima del suo colloquio con il ministro Federica Mogherini, a Kiev. “La Crimea non è perduta, faremo tutto il possibile per riprendercela", ha poi aggiunto Klimkin, in quello che appare un chiaro messaggio a Mosca: "la Crimea è una regione speciale, per molti aspetti economici dipende ancora da Kiev, il referendum che si è tenuto è fasullo".

Tensione Ucraina – Russia resta alta

La tensione resta comunque alta. Le ultime notizie in ordine di tempo riguardando l’abbandono da parte dei separatisti filorussi in della loro roccaforte orientale di Sloviansk, la città dell’est del Paese tra le prime a cadere nelle mani dei ribelli filorussi. “Le forze ucraine controllano pienamente le città di Slaviansk e di Kramatorsk”, ha detto ai media Anriy Lisenko, tra i responsabili dell’operazione “anti terrorismo”, assicurando che il governo ha avviato le operazioni per riparare i gravi danni degli scontri degli ultimi mesi, in cui sono morti più di 200 soldati di Kiev e un numero imprecisato, ma nell’ordine delle centinaia, di separatisti e di civili. Nel frattempo il presidente ucraino Petro Poroshenko ha nominato un nuovo capo delle operazioni militari, Vasyl Grytsak, per combattere i separatisti nell'Est. E la Verkhovna Rada, il Parlamento dell'Ucraina, ha raccomandato al Governo del Paese di decidere per l'esecuzione dei posti di blocco e per la chiusura del confine di Stato con la Russia.

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